Riflettiamo sul progresso tecnologico e i suoi aspetti negativi: fake news, distrazione, mancanza di memoria e il problema dell’ansia, diffuso soprattutto fra i giovani

di Daria Efficace

 

Dalla comparsa del primo iPhone nel lontano 2007, la tecnologia è entrata a far parte della vita di tutti i giorni in maniera ancor più vigorosa. Dal conto in banca al registro elettronico, questa risorsa in continua evoluzione viene utilizzata per azioni di ogni tipo

L’insieme di individui su cui la tecnologia ha riscosso più successo è senza dubbio quello dei giovani di oggi, per la maggior parte appartenenti alla cosiddetta “Generazione Z” (tutti i nati dal 2000 fino ad oggi). Iperconnessi e considerati autonomi, passano una grande quantità di tempo su Internet condividendo, chattando con persone provenienti da ogni parte del mondo e talvolta anche giocando online. Ma ovviamente, non faremo di tutta l’erba un fascio

D’altra parte, negli ultimi anni fra gli esperti si è dato via ad una vera e propria disputa su quanto sia benefico l’utilizzo costante della rete: su una sponda, troviamo tutti coloro che ritengono che questa continua connessione al mondo virtuale non apporti alcun danno alla società odierna, e sull’altro versante troviamo tutti gli esperti che fermamente ribadiscono che l’uso eccessivo e talvolta incontrollato di questo strumento sia la causa di un futuro (già parecchio visibile) ritorno ai regimi totalitari come ad esempio il fascismo, di una carenza di attenzione e della proliferazione sempre più acuta dell’ignoranza (“non mi interessa, sono occupato in altro, non ho tempo, basta che non vada ad influire sulla mia esistenza”). Inoltre, prendendo in considerazione i test di ammissione all’Università di San Diego in California, è emerso che i ragazzi di oggi non sanno più leggere un testo in modo critico ed accurato, cosa che richiede concentrazione per un lungo periodo di tempo

Analizziamo più da vicino le ultime affermazioni. Una fetta degli utenti pubblica contenuti inappropriati, che vanno contro i princìpi sani della società: non si sanno più riconoscere le ‘fake news’, e di conseguenza riteniamo sia tutto vero.

Una giornalista del quotidiano Boston Globe, Maggie Jackson, autrice del libro intitolato “Distracted” (con un sottotitolo più che esplicativo: The Erosion of Attention and the Coming Dark Age), , afferma che siamo distratti: il nostro cervello è sottoposto ad un inarrestabile flusso d’informazioni, in modo da perdere nettamente la concentrazione su qualcosa in particolare

Questo fenomeno provoca un collettivo disinteresse verso temi che sono i pilastri dell’attualità mondiale, come ad esempio la politica o il riscaldamento globale solo per citarne alcuni.

Ultimamente si parla spesso del fenomeno del ‘multitasking’, secondo il quale una persona sarebbe in grado di compiere più azioni contemporaneamente. Anche qui abbiamo pareri discordanti: alcuni sostengono che sia più idoneo parlare del processo inverso, il ‘monotasking’.

Non da sottovalutare il problema della memoria. Oggigiorno, la nostra memoria sta subendo una sorta di retrocessione. Avendo a disposizione molteplici memorie esterne (smartphone o pc), la nostra memoria non viene più sottoposta ad un certo flusso di nozioni da immagazzinare, e quindi cade in una lenta atrofizzazione. La memoria è collegata al nostro sonno: meno dormiamo e meno cose assorbiamo. Ovviamente, anche l’uso del cellulare prima di andare a letto influisce negativamente su questo. Lo smartphone emana delle luci blu che indicano al nostro cervello che è giorno, e quindi ci porta a rimanere svegli.

Infine, una delle problematiche più evidenti nell’età contemporanea è l’ansia. Questo disagio mentale è una delle tante e gravi conseguenze dell’innovazione tecnologica ed industriale di questi tempi. La vita è frenetica, abbiamo tante cose da fare e sfortunatamente a volte non riusciamo a portare a termine tutto.

Tra i giovani, sta risultando anche l’ansia dovuta alla mancanza dello smartphone e quindi di conseguenza alla privazione di connessione con il resto del globo. Personalmente, non mi inserisco fra questi

Gli psicologi affermano che i disturbi mentali più frequenti in futuro saranno la già citata ansia e la dipendenza da Internet. Come ha dichiarato il neuroscienziato Michael Merzenich sull’argomento, “il vaso di Pandora è stato aperto, ma potremmo riuscire a toccare davvero il fondo”. Resta alla società corrente e alle generazioni future il compito di ricostruire tutti i pezzi di questo puzzle