Il peso delle parole

Era il 2015, quando tutto inizò. Matthias aveva solo 9 anni, però, certe cose segnano ad ogni età. Era iniziato un sabato come tanti, Matthias si era svegliato alle 10:30, aveva fatto colazione tranquillamente, quando arrivò un messaggio; ” Nuovo messaggio Lucas: Foto”.
Il ragazzino sbloccò il telefono, e rimase scioccato dalla scena che gli si era parata davanti; Matteo, il suo migliore amico era a casa di Lucas, ma la didascalia sotto era il punto cruciale.
“Fai schifo, non importa a nessuno di te”. Matthias era pietrificato, le lacrime iniziarono a scendere e milioni di domande iniziarono a balenargli in mente.”Perchè? Che ho fatto? E se fosse stato Matteo?”. Non ci voleva credere, ma era solo il primo messaggio, primo di una lunga serie. Andò avanti per 3 anni, e Matthias era stanco della situazione, così stanco da arrivare a fare cose inimmaginabili. Un giorno davanti lo specchio del bagno, toccò il fondo del barile, così come la fredda lametta toccò il suo polso.
La prima volta fece male.
La seconda volta iniziò a uscire sangue.
La terza volta era quasi liberatoria.
La quarta volta era quasi una necessità.
La quinta volta iniziò a ridere tra le lacrime.
La sesta volta gli occhi si fecero pesanti.
La settima volta si accasciò a terra.
L’ottava volta non ci fu, perchè il corpo di Matthias era steso per terra in un lago di sangue.
Ad ogni taglio, un messaggio arrivava, ma faceva più male della lametta. Quei tagli non erano solo pezzi di carne lacerata, erano insulti, lacrime, dolore. Matthias dopo quel giorno non era più solo, c’erano i suoi tagli e il suo amato disturbo Borderline di personalità con lui, ed era solo colpa di un ragazzino, che tramite uno schermo gli aveva fatto più male delle lamette.
Da quel giorno decise di impegnarsi con tuttte le sue forze contro il cyberbullismo, e parlarne con tutti i suoi coetanei.

Matilde Villardita, Giorgia La Torre, Samuele Pucci, II F