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Stereotipi di genere. La donna è davvero inferiore all’uomo?

La storia della donna è stata continuamente ostacolata da continui stereotipi e luoghi comuni che volevano affermare l’inferiorità della donna rispetto all’uomo. Nonostante nel corso dei secoli le donne si siano imbattute in continue lotte per ottenere uguali diritti, ancor oggi non c’è una completa parità dei sessi. In ambito scientifico, il ruolo della donna è stato spesso sminuito. Al riguardo, un primo esempio è dato da Charles Darwin, il quale in “Lettera a Caroline Kennard”,  affermò: “Penso certamente che le donne, anche se generalmente superiori agli uomini nelle qualità morali, siano intellettualmente inferiori ad essi e mi sembra sia molto difficile per loro, in base alle leggi dell’ereditarietà (se comprendo correttamente queste leggi), diventare intellettualmente uguali all’uomo”. Ed ancora, Cesare Colucci, in “Lezioni di psicologia sperimentale” del 1935, sostenne che “La donna per sua natura vive concentrata nell’orbita della famiglia, che è la sua finalità, vi raccoglie il suo spirito, i suoi desideri, lungamente, pertinacemente convergenti. Donne che sinceramente deviano in compiti professionali, nella concorrenza di uomini, spesso sono piante sterili o sono anomalie o stanno nell’anticamera della patologia, come per altro vi si accostano le sfrontatezze, le animalità del naturismo.”

In realtà, l’infondatezza delle sopracitate tesi, trova conferma negli accadimenti storici successivi e nel ruolo sempre più evoluto ed emancipato assunto dalla donna nella società moderna. Un esempio del ruolo svolto dalle donne lo troviamo nel movimento inglese femminile delle suffragette ovvero delle donne che rivendicavano il loro diritto al voto, riuscendo a conquistarlo.

Le donne hanno, inoltre, contribuito in maniera significativa allo sviluppo e alle innovazioni scientifiche. Ne è dimostrazione Marie Curie, donna che vinse il premio Nobel per la chimica per la sua scoperta del radio e del polonio e che vinse anche il premio Nobel per la fisica a causa degli studi sulle radiazioni. Indimenticabile il contributo di Rita Levi Montalcini che vinse il premio Nobel per la medicina nel 1986.

Nonostante gli avvenimenti storici e le continue battaglie, secondo i dati Istat, nella società moderna, per la maggioranza dei cittadini (57,7%) la situazione degli uomini nel nostro Paese è migliore di quella delle donne: lo pensano le donne (64,6% delle intervistate) più degli uomini (il 50,5%). Per quattro cittadini su dieci (43,7%) la donna è vittima di discriminazioni, è cioè trattata meno bene degli uomini. Anche in questo caso a pensarlo sono più le donne (49,4%), ma la maggioranza di esse pensa che le donne siano poco o per niente discriminate.

L’inferiorità della donna si vede  anche dal punto di vista sociale ed economico. Secondo l’ONU, sulla base di recenti stime,  le donne , a parità di mansioni, guadagnano in media il 23 per cento in meno rispetto agli uomini.  Dunque, poiché la disparità di genere è ancora presente, tutti dovremmo fare un piccolo passo per eliminare questa  condizione e far sì che finalmente dopo secoli di lotte, ci sia un uguaglianza e che le donne  non vengano più considerate come il sesso debole.

Dobbiamo farlo, non in quanto  donne ma in quanto persone.

Noemi Trovato 3^G