Fiorentina – Roma: L’umiliazione dei giallorossi

 

I viola volano in semifinale, impartendo una dolorosissima lezione alla Roma, letteralmente bombardata di gol dall’inizio del match (7-1). Solitamente quando si perde una partita di calcio è d’obbligo un resoconto di ciò che non ha funzionato, ma in questo caso a Di Francesco non basterebbe una giornata intera. Subire sette gol non è da tutti, ma sicuramente non è da Roma. La squadra che il 10 aprile dell’anno scorso batteva per 3 a 0 il Barcellona non può essere la stessa scesa in campo al Franchi. La goleada fiorentina inizia prestissimo con il gol di Chiesa, che nel corso della partita realizzerà una tripletta, con il gol di Muriel, di Benassi e la doppietta di Simeone, mentre per la Roma l’unico marcatore è stato Kolarov. La partita dei giallorossi è stata caratterizzata anche dall’espulsione di Edin Dzeko al 72esimo, ma poco sarebbe cambiato nel risultato finale se l’attaccante bosniaco fosse rimasto in campo. Subito dopo la partita, durante la conferenza stampa, Di Francesco ha chiesto scusa per la prestazione a dir poco scadente della sua squadra. Per quanto bisogni riconoscere alla Fiorentina il merito di aver giocato una partita splendida, finalizzando quasi tutte le occasioni create, sfruttando tutti gli spazzi disponibili, applicando molta intelligenza tattica, una squadra dalla storia rispettabile come la Roma non può permettersi certe figure. La sconfitta capita a tutti, ma qui siamo molto aldilà. Questa è umiliazione. “Dovrò riflettere a mente lucida”, dice il CT giallorosso ai microfoni. Una difesa praticamente inesistente contro undici agguerriti leoni, in particolar modo Chiesa, che non hanno lasciato andar via il pallone per un solo istante. Per chi ha guardato la partita in televisione sembrava quasi di assistere ad un incontro tra squadre di categorie diverse. La Roma, se vuole veramente tornare quella di un tempo, deve trovare buone soluzioni nel minor tempo possibile, affinché scene come queste non ricapitino più, per tenere alto l’agonismo e la competizione in una coppa che, se giocata così, rischia di perdere valore.  

Francesco Maddaluno