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7 febbraio 1992, trattato di Maastricht: l’Europa 27 anni dopo

Il 7 febbraio 1992 fu sottoscritto dai dodici Paesi membri dell’allora Comunità Europea, oggi Unione Europea, il Trattato di Maastricht che definiva le linee guida in ambito economico e politico degli Stati appartenenti alla CE.
La Comunità Europea nasce all’indomani della Seconda Guerra Mondiale, con l’obiettivo di restaurare la pace all’interno del Vecchio continente. Un’audace iniziativa politica, che mirava all’innalzamento del livello e della qualità della vita e alla solidarietà economica fra gli Stati membri.
Oggi, l’Unione Europea, pur mantenendo gli obiettivi iniziali, molti dei quali sono ormai consolidati, è attiva in diversi settori, dal clima all’ambiente, dalla salute alla sicurezza, dalla giustizia all’immigrazione.
Inoltre, l’UE ha promosso, soprattuto negli ultimi anni, un processo di interscambio culturale fra i Paesi membri.
Con i progetti Erasmus+ vengono offerte agli studenti opportunità formative e non solo. La cooperazione e lo scambio di esperienze sono fondamentali per sviluppare l’approccio dell’individuo verso il diverso, nonché permettergli di confrontarsi, sviluppando le proprie capacità critiche. L’inclusione sociale e la cittadinanza
europea sono peculiarità di questi progetti, così come l’accrescimento della dimensione internazionale e lo sviluppo politico fra i giovani basato su conoscenza e concretezza.
Oltre che abbattere le barriere culturali, l’UE s’impegna a superare quelle burocratiche, giuridiche ed economiche. Ciò avviene grazie al mercato unico, ormai sempre più digitalizzato, all’interno del quale possono circolare persone, merci, servizi e denaro.
Le agevolazioni economiche si fanno più concrete con i finanziamenti europei, per lo sviluppo urbano, l’agricoltura e la ricerca. Questi fondi sono disponibili per le piccole imprese, al fine di consolidare le loro strutture e incentivare l’occupazione, così come per le ONG.
Il sostegno finanziario dell’UE è ancor maggiore nei confronti degli agricoltori e delle imprese rurali che rientrano in programmi di sviluppo economico differenziati in ogni Stato membro. Il Programma Nazionale italiano mira a favorire la cooperazione, per realizzare un sistema trasparente ed utile alla comunità, nel rispetto della biodiversità e dell’ambiente.

Erica Ardu, 3^ B