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E se i giovani non si annoiassero più? La non-noia ai tempi di Internet

L’epoca della fine della noia è arrivata da tempo e non “ce ne siamo nemmeno accorti” !

Era il 1998 quando Snake, il gioco del serpente che si aggirava in una stanza allungandosi e cercando di mordersi la coda, fece il suo ingresso su tutti i telefonini Nokia. Da quel momento non ci fu attesa dal medico o in posta che vedesse qualcuno annoiarsi.

Da Snake, tanti altri giochini spartani hanno raggiunto telefonini e games fino ad arrivare al giorno d’oggi. E la noia che fine ha fatto? Sarà forse diventata un privilegio?

L’INDAGINE

Perché i giovani non si annoiano come una volta? Senza arrivare a exempla di ennui elitaria e vagamente tredy, basti pensare che tutti i cybernauti sono ormai così “iperstimolati da miliardi di notifiche e giochini” che la noia viene sostituita da uno pseudo benessere dato dal digitale e dai social.

Parla chiaro una ricerca condotta da Skuola.net, Università di Roma Sapienza e Università Cattolica di Milano per conto della Polizia di Stato: su circa 6671 intervistati tra gli 11 e i 25 anni, ben il 45% ha confermato di passare su internet almeno 5/6 ore al giorno, sia durante la settimana che nei week-end.

DIGITAL DETOX

Una possibile soluzione? Bisogna imparare a usare e gestire la rete, nei modi e nei tempi corretti.

Per cercare di riscoprire la grandiosità del tedio dell’era pre-internet, lo scrittore Manoush Zomorodi ha elaborato un programma di “digital detox”, sintetizzato in questi sei punti:

  1. Osservare sé stessi
  2. Tenere i dispositivi fuori dalla portata quando si cammina
  3. Passare un giorno intero senza scattare foto
  4. Cancellare l’app che usiamo di più
  5. Impostare la risposta “Mi farò vivo con comodo” al risponditore automatico
  6. Osservare ciò che si ha attorno

Se Giacomo Leopardi affermava che “il dolore che nasce dalla noia e dal sentimento della vanità delle cose è più tollerabile assai che la noia stessa” e Sandra Mondaini, paradossalmente, diceva al suo Raimondo “che noia, che barba, che noia”, per Giuliano Aluffi, scrittore e giornalista di laRepubblica, la noia è “un dono prezioso da non lasciarsi fuggire”!

di Paolo Ferrara