Psycho

Alfred Hitchcock è senza ombra di dubbio il maestro dei film thriller. Tra di essi, alcuni raggiungono le vette dell’horror, lasciando lo spettatore in uno stato di suspense e angoscia. Psycho è uno dei suoi più conosciuti e nessuna moderna tecnologia cinematografica potrà mai regalarci quel clima di mistero che il regista inglese ha saputo infondere alla storia. Ne è protagonista Marion Crane, una bella e giovane ragazza dalla complessa situazione sentimentale, che ruba 40.000$ dalla società immobiliare per cui lavora. Nel bel mezzo di un temporale è costretta a passare la notte in un motel, dove viene brutalmente assassinata da quella che sembra essere la madre del gestore, Norman Bates. Da qui, il film sfocia in un crescendo di emozioni e colpi di scena, fino al terribile epilogo finale. La magistrale tecnica di regia è presente fin dai titoli di testa, che raffigurano linee bianche che si intrecciano accompagnate dalla superba colonna sonora di Bernard Herrmann, che, con suoni striduli e acuti, ricorda il rumore della lama che si conficca nella carne. Per vestire i panni di Marion, il regista inglese scelse la celebre Janet Leigh, per poi farla morire prima di metà film: la scena dell’omicidio dura solo 22 secondi ed è formata da 35 inquadrature, ma per girarla tutta occorse una settimana. Ad interpretare il timido Norman Bates è invece Anthony Perkins, che in questo film ci ha regalato la sua migliore interpretazione in carriera. Personalmente, questa è una delle pellicole che preferisco in assoluto. Ho avuto il piacere di gustarlo circa due anni fa, e gli incubi notturni non sono mancati… Per tutti coloro che ancora non si sono approcciati al mondo di Hitchcock, consiglio vivamente Psycho per iniziare il viaggio… ma non aspettatevi affatto di ridere.

Francesco Cosenza / 3G Liceo Classico Galileo di Firenze