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Il liceo ‘Virgilio’ in trasferta a Mantova per la «Giornata contro le Mafie»

11 novembre 2018 – Il 21 marzo si è svolta la giornata contro le mafie e per il ricordo delle vittime. Il nostro liceo ha partecipato con una delegazione di studenti accompagnati dalla Prof. Dell’Oro, referente del progetto legalità, dalla Prof. Ciaschini e dalla nostra ex Dirigente Scolastico Prof.ssa Francavilla. Quest’anno la meta scelta è stata, per la Lombardia,  Mantova.

Ci siamo fatti riassumere la giornata dalla prof.ssa Ciaschini. La delegazione è partita all’alba da Milano e ha raggiunto Mantova verso le 8.30. Alle 9.00 è partito il corteo che dal punto di ritrovo ha marciato fino a Piazza Sordello. Alle 9.45 è iniziata la manifestazione che ha visto alternarsi sul palco vari interventi, tutti volti a ricordare che il fenomeno è ormai cosa conclamata al nord.

Il coordinatore di Libera Lombardia  ha introdotto la giornata ricordando che la manifestazione si tiene in uno dei territori del nord ormai infiltrati dalle mafie. Poi il coordinatore regionale di Avviso Pubblico Antonio Girelli ha ricordato che “la memoria è assunzione di responsabilità”  e che “il peccato più grande è l’omissione, non basta non fare certe cose, occorre avere cura di ciò che ci accade intorno”. Accanto al prefetto è intervenuto il presidente della provincia Beniamino Morselli che ha sottolineato come ormai “Lombardia ed Emilia sono nuove terre di conquista della ‘ndrangheta, che non si mostra per quello che è e si nutre di popolarità, offre qualcosa di utile ma poi presenta il conto, anche quando spara di meno”. In seguito Iacopo Rebecchi assessore alla legalità del comune di Mantova ha fatto riferimento al “processo Pesci che ha condannato 16 imputati per reati di mafia e che segna il punto di non ritorno per la consapevolezza della presenza della mafia a Mantova: droga, prostituzione, usura per poi corrompere e avere appalti. Avviso pubblico è una rete di enti locali contro la mafia, è un segnale alla mafia che l’amministrazione è schierata contro”. Abbiamo anche partecipato dalle 15.00 alle 17.30 all’incontro con i parenti delle vittime innocenti delle mafie i quali hanno affermato: “il dolore prima vissuto in solitudine e con pudore è diventato fertile, un modo per rendere utile la morte di innocenti nella condivisione del valore umano e civile di queste storie. Su quasi tutte queste storie non c’è verità e quindi nessuna giustizia”. Il momento più importante è stato sicuramente, in collegamento da Foggia,  l’intervento di Don Ciotti che ha affermato “Non mi importa chi sia Dio ma da che parte stia”e poi “il coraggio non richiede eroismo ma generosità e responsabilità”poichè “sfiducia, apatia e rassegnazione creano terreno fertile per le mafie”inoltre “il coraggio si impara, è esercizio quotidiano”. Infine ricorda che “L’omertà uccide, eppure la verità passeggia per la nostra città, c’è qualcuno che sa”.

Per capire meglio e come introduzione all’evento avevamo in precedenza realizzato una video-intervista a Giuseppe Teri di Libera, ma anche storico docente del nostro liceo, in occasione delle giornate di cogestione organizzate al Virgilio.

A seguire l’intervista che ci ha concesso la nostra ex Dirigente Scolastica Prof.ssa Francavilla.

Vittoria, Arianna, Valeria 4LA

L’INCONTRO CON GIUSEPPE TERI

Nei giorni di cogestione del nostro istituto, noi ragazze del gruppo di legalità dell’agenzia “La voce del Virgilio”, abbiamo avuto l’opportunità di incontrare uno dei massimi esponenti  dell’associazione LIBERA, nonché insegnate del nostro liceo fino a qualche anno fa.

L’idea è quella di farci anticipare alcuni temi che saranno in primo piano nella giornata contro le mafie del 21 marzo.

Egli ci ha spiegato il modo in cui la mafia agisce apportando anche alcuni esempi. Il presidente ci ha spiegato che questa  agisce nei momenti di debolezza dello Stato dando lavoro quando questo non riesce a garantirlo causando così una sorta di dipendenza da questa associazione criminale poiché ritenuta una sorta di fonte di salvezza dalle condizioni di miseria in cui queste persone potrebbero vivere. Il lavoro procurato da parte della mafia è per lo più legato al campo dell’edilizia, alla vendita delle armi e al controllo della prostituzione e delle droghe e coloro che vengono assunti in questi campi la maggior parte delle volte non sono pagati o sono sottopagati.

Teri ha posto una domanda ai ragazzi presenti alla conferenza riguardo il luogo dove secondo loro la Mafia era più concentrata, quasi tutti hanno subito pensato al sud, ma dopo la lezione hanno compreso che questa è presente anche al nord solo che è nascosta; i mafiosi, infatti, inizialmente esercitavano il proprio potere sul loro paese d’origine, ma poi si spostavano al nord per ampliare il territorio su cui “governare”.

A questo punto i ragazzi capiscono che la mafia può intaccare anche le loro vite con il semplice acquisto di merce in determinati negozi, con l’utilizzo di slot machine e con l’assunzione di droghe leggere.

Ma, come si può combattere la mafia?

La prima cosa da fare per sconfiggere qualcosa è conoscerla, infatti bisogna andare a fondo nella questione poiché molte persone si ritrovano coinvolte senza nemmeno sapere come sia successo; non c’è bisogno di atti eroici, anche i piccoli gesti, come ad esempio la richiesta dello scontrino, possono essere dei primi passi per sconfiggere questa macchina criminale.

Il professore parla infine della giornata della memoria che, quest’anno, si tiene a Mantova luogo dove si è scoperto essere una grande organizzazione mafiosa. L’iniziativa dell’istituzione di questa giornata nasce dalla richiesta della madre di Antonio Montinaro, uno degli uomini della scorta di Falcone, la quale chiedeva che venissero ricordate tutte le vittime di mafia e le loro storie, poiché gli italiani sono a conoscenza solo delle più note. Tra le storie riportate vi è quella di Lea Garofalo, la quale si è ribellata poiché non voleva che sua figlia crescesse all’interno del mondo della mafia, questo suo atto di ribellione le costerà la vita in quanto il marito insieme alla sua famiglia la ucciderà.

Dopo la conferenza abbiamo proposto alcune domande in una breve video-intervista che Teri ci ha concesso, che per comodità abbiamo diviso in quattro parti.

Prima parte: presentazione dell’associazione «Libera»

Seconda parte: l’importanza della scuola nella lotta contro la mafia e per la legalità

Terza parte: le radici storiche della legalità

Quarta parte: lo Stato prima e dopo il maxi-processo

 E adesso l’intervista  alla prof.ssa Francavilla

Abbiamo incontrato la Preside Prof.ssa Francavilla che ha guidato il nostro Liceo negli anni scorsi. Da sempre impegnata nell’educazione alla cittadinanza ha voluto partecipare alla giornata contro le mafie di Mantova. La Preside ci ha concesso una breve intervista sull’avvenimento e sul suo significato.

PARTIAMO DALL’ INIZIO. PERCHÉ HA SCELTO IL VIRGILIO?

Ho scelto il Virgilio perché da sempre mi è sembrata una scuola che potesse rispondere al meglio alle  mie  aspettative e al mio desiderio di lavorare in un contesto e in una comunità scolastica nella quale l’attenzione alla persona e al cittadino era un elemento fondamentale.

Conoscevo già il Virgilio grazie ad alcuni incontri con la Dirigente che mi ha preceduta e quindi ero a conoscenza del progetto educativo dell’istituto, inoltre, conoscevo anche alcuni insegnanti della scuola per esperienze di insegnamento comune negli anni precedenti. Sapevo di poter lavorare in una scuola dove i principi democratici venivano coltivati quotidianamente e che si trattava di una scuola che includeva e non escludeva. Una scuola accogliente e nella la quale gli insegnanti lavoravano insieme alla costruzione di un bene per tutti.

QUAL È IL RUOLO DELLA SCUOLA NELL’EDUCAZIONE ALLA LEGALITÀ?

In quanto comunità educante, ritengo che la scuola sia il luogo dove si costruisce il futuro e dove si forma e mobilita la coscienza civica dei futuri cittadini, il luogo dove si educano i ragazzi a crescere insieme nella testa e nel cuore, a rispettare le regole, a coltivare i valori democratici della libertà, giustizia, tolleranza e solidarietà e dell’inclusione ed è anche il luogo dove si dovrebbero educare i ragazzi a riconoscere e a vivere  sentimenti ed emozioni indispensabili per distinguere ciò che è bene da ciò che è male e ciò che è lecito da ciò che non è lecito e cosa è grave e cosa non lo è. I ragazzi a volte non sanno distinguere il male dal bene, non rispettano le regole ma non per cattiveria semplicemente non lo sanno. A scuola i ragazzi apprendono le regole, i sentimenti e le emozioni. In questo modo la scuola può sviluppare la capacità di stabilire relazioni positive con la comunità di appartenenza e più in generale con la società civile. All’interno di questo quadro l’educazione alla legalità, al rispetto delle regole e al rispetto degli altri e a chi è diverso da me, diventa prioritaria e soprattutto è importante che sia trasversale a tutte le materie e che non sia una materia a se stante. Solo in questo modo i ragazzi possono crescere sia nella testa, attraverso il lavoro didattico, sia nel cuore, sviluppando un’empatia con gli altri che vivono nella comunità scolastica. Il Virgilio è attento a questo aspetto dell’educazione alla legalità.

Quando sono arrivata già era in atto nella scuola il progetto “educazione alla legalità e alla  cittadinanza attiva” coordinato dal professor Teri. Il Virgilio faceva parte del Coordinamento delle scuole milanesi che in collaborazione con Libera, organizzava attività di formazione degli studenti e degli insegnanti, iniziative esterne alla scuola proprio per sensibilizzare studenti e insegnanti alla lotta gli stereotipi legati alla cultura mafiosa e alla maggiore conoscenza del fenomeno mafioso.

Il Virgilio ha sempre partecipato in prima linea.

Sempre più scuole negli anni hanno aderito a questo coordinamento e esso ha anche sollecitato l’amministrazione scolastica della Lombardia,  la quale ha attivato delle iniziative e attività di  educazione alla legalità. La rete di scuole che partecipa a questo coordinamento sta crescendo sempre di più e questo è ben evidente nella giornata del 21 di Marzo quando si fa una marcia contro le mafie durante la quale si leggono i nomi di tutte le vittime delle mafie che sono all’incirca 1000.

CI PUÒ DESCRIVERE LA GIORNATA DEL 21 MARZO?

Io ho partecipato a tutte le marce, quella di Bologna, di Genova come giornate nazionali. Purtroppo per impegni di lavoro ho dovuto rinunciare a partecipare ad alcune di esse perché si svolgevano in luoghi più lontani. Per questo ho optato per quelle regionali, organizzate localmente. Quest’anno si è svolta a Mantova per un motivo ben preciso: è una delle città che negli ultimi tempi è stata maggiormente oggetto di infiltrazioni mafiose. I Mantovani sono fieri della loro città e non vogliono che corruzione e mafie la rovinino. È per questo motivo che l’associazione “Libera” ha scelto questa città per la manifestazione in Lombardia, in accordo con le autorità locali. Abbiamo partecipato con una delegazione piccola, assieme a due insegnanti, la professoressa Dell’Oro e la professoressa Ciaschini che mi hanno invitata a partecipare in quanto sapevano il mio interesse a riguardo. Il punto di ritrovo era alla Stazione Centrale dove si raccolgono tutte le delegazioni partecipanti. Sono partiti tre pullman pieni. Eravamo in tanti studenti, universitari, liceali, ragazzi delle scuole medie. Ci siamo diretti nella piazza centrale di Mantova dove era stato allestito il palco. Sono intervenuti inizialmente il rappresentante di Libera, il prefetto, alcuni rappresentanti istituzionali, il sindaco con gli assessori… si è passati poi alla lettura di ogni nome delle vittime di mafia. A mio parere è un momento molto emozionante perché si sono alternati sul palco studenti, anche del Virgilio, insegnanti e rappresentanti istituzionali e ognuno di loro leggeva il nome della vittima indicando il luogo in cui era stato ammazzato. È un momento durante il quale tutti siamo in silenzio, ascoltiamo e proviamo emozioni molto forti. Finita la manifestazione in piazza, dopo la pausa pranzo, i ragazzi si sono ritrovati nei vari workshop previsti dagli organizzatori e ai quali si erano già inscritti in precedenza durante i quali si discutono argomenti riguardanti il tema della giornata, oppure ci sono stati degli spettacoli teatrali il cui argomento è legato alla mafia. Alla fine delle attività ci siamo ritrovati e siamo ritornati a Milano.

I ragazzi che hanno partecipato sono stati molto interessati all’argomento e hanno tenuto un comportamento rispettoso. Sono stati attenti e consapevoli di quello a cui avrebbero assistito ed erano stati preparati in precedenza.