Intervista a Massimo Gramellini

Giovedì 14 dicembre 2017

Nel programmare le attività relative al progetto di Alternanza Scuola Lavoro in cui siamo coinvolti, ci è capitata l’opportunità  di incontrare Massimo Gramellini, il prestigioso scrittore e giornalista, che da anni tiene una nota rubrica sulla prima pagina del Corriere della Sera. In previsione dell’incontro, ci siamo chiesto che tipo di domande, in linea con la nostra attività, potevamo porgli. Dal momento che lo scopo del nostro progetto è proprio quello di suscitare riflessioni sul mondo della scuola, e far conoscere le esperienze che a scuola si fanno o che la scuola permette di fare; ciò che si apprende a scuola, infatti, dovrebbe permettere poi di riflettere in modo più articolato sul mondo esterno.

Siamo partiti da un articolo di Gramellini che faceva proprio al caso nostro, in cui il giornalista e scrittore propone una profonda analisi sulla scuola, che ci ha colpiti. Era chiaro che il nostro discorso dovesse partire da lì.

Ci siamo incontrati in un ristorante in zona Arco della Pace, dove abbiamo pranzato in compagnia del giornalista e del professore che ci ha accompagnati.

Più che un’intervista è stata una piacevole conversazione, uno scambio di idee con una persona che ci ha fatto riflettere molto.

Siamo partiti, come abbiamo riferito prima, dal tema dell’istruzione. Ma poi la conversazione si è estesa ad altre tematiche: l’amore, il tempo, la passione, la felicità e a tutto ciò che si può riassumere nel senso della vita.

Quella che abbiamo avuto è stata una vera e propria esperienza di crescita personale.

Dalle parole di Gramellini noi abbiamo tratto un importante insegnamento più che un semplice articolo.

Ciò che emerso dall’intervista sono idee e concetti semplici, puri, capaci di stupire in un mondo proiettato all’utilitarismo e che non si ferma a pensare alla vita vera.

Come far capire ai giovani che la felicità non si ottiene tramite una grande quantità di denaro?

“E’ molto facile, far capire ai giovani ciò, anzi secondo me non c’è neanche bisogno di farglielo capire. Viviamo in un mondo in cui nessuno paga più gli stipendi, quindi i ragazzi sono molto coscienti di ciò.

Non vorrei che questa frase bellissima “ i soldi non danno la felicità” venga utilizza da chi ha tanti soldi per continuare ad averli e non darli a voi.”

Ormai ai giorni d’oggi difatti si capisce che non c’è bisogno di un’istruzione per riuscire a lavorare e guadagnare. Quindi io studente, cosciente di ciò, per quale motivo dovrei continuare i miei studi?”

“La mia opinione è che la scuola non deve servire ad insegnare un lavoro, deve far apprendere una disciplina, una mentalità e la scuola è quella cosa che farà si che un giorno tu andrai in un museo e saprai guardare un quadro, di saprai scrivere una lettera alla persona che ami, a saprai vivere. invece l’hanno trasformata in un’altra cosa, se vado al liceo non voglio imparare un lavoro, voglio imparare a vivere.”

“ Lei crede che tra i giovani d’oggi prevalga l’atteggiamento cinico rispetto alle vecchie generazioni, magari anche per via dei social?”

“ Vi dirò una cosa che non vi aspettereste, io queste grandi differenze tra i giovani di oggi, di ieri e l’altro ieri non le vedo.

Ho avuto l’occasione di leggere una lettera di un amico di mio padre del 1930 che a 15 anni aveva litigato con il suo vicino di banco, era esattamente la lettera di un mobbizzato. Sono solo cambiati i mezzi di comunicazione.

Quale pensa che sia il futuro della nostra generazione?”

“ Sta cambiando l’essere umano, siete la generazione di frattura dagli ultimi cinque secoli. Quale generazione ha vissuto fino ai 100 anni? Noi ci troviamo in questa generazione e avremo a che fare con una quantità di vecchi sterminata. Avremo a che fare con i robot, che ci sostituiranno nei lavori semplici. Cosa comporterà questo? Milioni di persone potrebbero perdere il lavoro.

In questo periodo di grande difficoltà economica per l’Italia, com’è che i giovani d’oggi possono essere motivati?

“Secondo me, la cosa che i giovani non devono mai perdere è la passione. Il vero dramma di oggi è che sta passando l’idea che il mondo non si possa cambiare ma se gli esseri umani non pensano di cambiare il mondo, che senso ha vivere? Il mondo è in perenne mutamento e c’è l’idea che ieri è sempre meglio di domani, in realtà il domani è sempre meglio di ieri. O meglio ancora, il passato e il futuro non esistono, nella spiritualità il tempo non esiste. Essere eterni non significa vivere all’infinito ma uscire dalle logiche del tempo. I ragazzi devono fare il loro mestiere, innamorarsi. Di una persona, di un’idea, di un sogno o di un libro, l’importante innamorarsi, vivere quell’idea che è rivoluzionaria. L’amore è sempre stato ostacolato poiché la società ha talmente paura della sua energia di rivoluzione che poi le deve dare una struttura in qualche modo, l’amore col matrimonio ad esempio. L’uomo inizierà ad invecchiare quando smetterà di innamorarsi.”

Recentemente ho avuto loccasione di poter leggere uno dei suoi ultimi libri, Avrò Cura di Te, che è stato scritto con la scrittrice Chiara Gamberale. In questo libro la protagonista Giò vive un periodo di grande disperazione non solo per la morte dei suoi nonni ma anche per labbandono di Leonardo, il suo grande amore, e le lettere al suoangelo custode, Filèmone, sono la chiave della sua ripresa. Secondo lei, come bisogna affrontare i periodi bui della vita per ritrovare quella pace interiore?

“È un problema di consapevolezza, noi non siamo mai presenti a quello che facciamo. Tu in questo momento stai parlando con me, ma hai sentito cosa hai mangiato? hai sentito la musica che sta suonando in questo momento? Non stiamo vivendo, non sei nel presente. I bambini piccoli sono una cosa meravigliosa poiché essi sono sempre nel presente, non ti verranno mai a dire che cosa hanno fatto nel passato, invece noi viviamo sempre col pensiero del passato, che poi con il passare del tempo diverrà malinconia, e le preoccupazioni per il futuro. La nostra mente funziona sempre su questi due elementi, il passato ed il futuro, e poi quando vai a scuola ti raccontano a filosofia la più grande menzogna di tutti i tempi, “cogito ergo sum”, “penso dunque sono” di Cartesio. Ecco, tu sei quando non pensi. Nel momento stesso in cui tu pensi, non sei più te stesso. Quando smetti di pensare, quella vocina che è dentro di te, sei tu. E se ci fai caso, quella vocina ti parla sempre ma non la ascolti quasi mai, ed in realtà ha sempre ragione. Noi diamo enorme peso al pensiero e alle emozioni ed entrambi sono due elementi importanti della nostra vita ma secondari. I sentimenti sono quelli che contano veramente e se tu impari a vivere seguendoli, stai dentro a tutte le cose che ti succedono e quindi vivi il presente.”

 

Elisa, Filippo, Linda 4LB Liceo Virgilio Milano