Sognare ad occhi aperti

Sarò schietto e sincero: io sono uno di quegli adolescenti che progetti per il futuro non ne ha.

Quasi annego nel mare di sogni in cui nuoto, ma spesso non rispecchiano per niente ciò che sono i miei obbiettivi; con la mente possiamo infatti arrivare dove vogliamo e sognare qualsiasi tipo di vita, ma la vita che sogniamo è davvero quella che vogliamo?

Cerco sempre di non sognare troppo, per non illudermi di qualcosa che molto probabilmente non rispecchierà il mio futuro, piuttosto preferisco concentrarmi sulle mie passioni e seguire degli obbiettivi, che potrebbero portarmi verso diverse strade.

Ciò che mi aspetta è purtroppo incerto, ma è ciò che rende anche la vita più interessante, diciamocelo, chi vivrebbe sapendo già il corso della propria vita? Sarebbe come guardare un film sapendo il finale, non trasmetterebbe le stesse emozioni.

Non si vive solo per il gusto di esistere, ma di sentirsi vivi, e senza emozioni ciò non può accadere.

La mia mente, così come quella degli altri adolescenti, vaga tra mille pensieri, e tra questi si trova anche la vita futura; penso sia oggetto comune immaginare il futuro con noi pieni di soldi, con una grande casa, e un lavoro che ci faccia guadagnare senza fare niente, possiamo definirlo il “futuro standard” a cui tutti aspiriamo.

Oggigiorno viviamo schematizzati da modelli che ci accomunano, facendoci perdere quella che è la nostra personalità e alcune delle principali fonti di divulgazione di essi sono proprio i media, in cui i ragazzi esplorano tematiche che li possono segnare e cambiare.

Anche io ho vissuto un periodo in cui non avevo ancora sviluppato un pensiero critico, e mi avvaloravo di ciò che gli altri pensavano.

Maturando ho però imparato a formare una mia opinione delle cose, ed è così che infatti si inizia a cambiare, quando capisci che non è importante sembrare di essere ciò che non sei e diventa importante differenziarsi dagli altri.

La vita ci pone come sempre davanti ad una delle tante scelte ardue che dobbiamo compiere: essere come loro o essere diversi da loro?

Se scegli la prima, di certo verrai considerato come normale, giusto; se scegli la seconda, molto probabilmente sarai il diverso, l’anormale.

Ciò che penso è che la normalità sia semplicemente la media tra tutte le anormalità.

Se si ha paura di cambiare e di affrontare sé stessi, di accettarsi, se non conosciamo nemmeno noi stessi, come si può pensare al nostro futuro.

Consideriamo infatti quest’ultimo come una cosa più grande di noi e non essendo affatto in grado di decidere, ci giustifichiamo dicendo: “Il destino ha già scelto per noi”.

Potrebbe anche essere vero, ma ciò non toglie che quello che alla fine ci aspetterà, sarà sempre il resoconto di tutte le nostre azioni.

Nella vita non puoi essere qualcuno se non sei originale, il successo è l’innovazione, perché a lungo andare le persone si stancheranno anche della loro stessa quotidianità.

Quello su cui ancora devo lavorare è come prepararmi al futuro, mi spaventa la sola idea che potrei essere una delusione, un fallimento.

Anche con tutte le capacità di questo mondo, potresti comunque sbagliare, e cadere in un limbo dal quale sarebbe difficile uscire.

Sono uno di quelli che non si culla tra le braccia del destino, non voglio che qualcosa di più grande decida per me, voglio avere la consapevolezza delle mie decisioni, e anche se spaventoso, di come potrebbero affliggere il mio futuro, per capire quando determinate scelte sono sbagliate e imparare da esse.

Una pellicola danneggiata, che non permette più di continuare la visione: questo sarebbe la mia vita se fosse un film, senza conclusione, che ti spinge a perseverare, e riprovare fino allo sfinimento a rivederla, nella speranza che la parte mancante cominci a vedersi.

La mia vita non è ancora conclusa, né scritta e diretta come un film, io sono il regista della mia vita, e continuerò a girarla e a scriverla, con le mie decisioni.

 

Morgan Morello 2AL