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La Luna, Ariosto e Calvino si confrontano in un dialogo immaginario

La Luna, unico satellite naturale della Terra, ha sempre ispirato moltissimi autori. E’ il caso di Ludovico Ariosto e Italo Calvino che, in alcune delle loro opere, si sono interessati a questo argomento e lo hanno analizzato secondo diversi punti di vista.In merito a questo ho intervistato entrambi i poeti per conoscere i loro pensieri a riguardo.

Moderatore: Dal vostro punto di vista, che cos’è per voi la Luna?

Ariosto: La Luna è un mondo simile al nostro, ma con una differenza: sulla Terra regna la follia mentre tutta la razionalità che vi era, adesso si trova custodita sulla Luna in ampolle, grandi o piccole in base alla quantità, insieme ai vizi e alle vanità che hanno portato alla perdita del senno umano.

Calvino: Per me la Luna è un ideale di leggerezza, sospensione e “silenzioso e calmo incantesimo”. La Luna sin dall’antichità era per gli uomini l’espressione del desiderio di un rapporto con l’universo. Non solo, ma conoscenza scientifica degli astri e dell’universo in generale, che ha sempre più compreso quanto la stessa essenza fisica del mondo e dell’universo sia composta da particelle sottili e leggerissime, sia riflessa nel lavoro degli uomini di lettere.

Moderatore: Nelle vostre opere che importanza ha la Luna?

Ariosto:La Luna nell’Orlando Furioso, è uno dei punti fondamentali dell’opera. Il protagonista Orlando dopo aver scoperto che la sua amata Angelica aveva inciso su un albero le sue iniziali con Medoro si infuriò talmente tanto che perse il senno. Quest’ultimo verrà recuperato da Astolfo che salirà sulla Luna con l’Ippogrifo.

Calvino: La Luna è un deserto e da questa sfera arida parte ogni discorso e ogni poema, è uno scenario che ricorda l’irrequietezza dell’io moderno lontano dal sollievo del mondo fantastico come lo era la Luna in tempi passati.

Moderatore: Che ricerche avete fatto per introdurre il concetto di Luna nelle vostre opere?

Ariosto: Non ho preso ispirazione dalla scienza, ma ho solo immaginato che la Luna fosse simile alla Terra e che le macchie fossero delle calamite che attirano tutti gli oggetti persi dagli uomini contenuti nelle ampolle.

Calvino: Io, invece, per introdurre il concetto di Luna ho preso spunto dalle ricerche scientifiche dato che, nel periodo in cui ho vissuto, questo satellite naturale era stato già studiato approfonditamente.

Moderatore: Sapreste indicare quelle che sono le analogie e le differenze tra L’Orlando Furioso e Il Castello dei destini incrociati?

Ariosto: Secondo me, ciò che accomuna la mia opera con quella di Calvino è che entrambi abbiamo esposto il concetto i Luna riferendoci ad un mondo semi fantastico, frutto della nostra immaginazione.

 Calvino: Sono d’accordo con ciò che è stato appena detto da Ariosto, soltanto che per quanto riguarda le differenze posso dire che nonostante noi abbiamo fatto riferimento alla nostra immaginazione, abbiamo espresso questo concetto in maniera differente. Io l’ho analizzato lasciandomi influenzare da diverse fonti invece, lui ha usato la sua immaginazione come si può notare, per esempio, dall’invenzione delle ampolle.

Moderatore: Grazie per la vostra disponibilità e per avermi dedicato il vostro tempo.

Ariosto e Calvino: Grazie a lei

 

Borrello Giulia, Corona Giordana e Russo Roberta. III G