‘The Society: la nuova serie Netflix vista dai ragazzi

di Christian Gresta

ALL’INIZIO DEL CAMMIN DI NOSTRA VITA, CI RITROVAMMO IN UNA CITTA’ OSCURA”

Dalla regia di Tara Nicole Weyr e Marc Webb è uscita la nuova produzione Netflix “The Society”: una ripresa de “Il Signore delle Mosche” di William Golding il cui risultato è ottimale grazie alla suspense e al senso di mistero che circonda l’intero episodio. Il grande potenziale della serie tv, tuttavia, che riprenderebbe un gruppo di adolescenti isolati dal mondo, non viene però sfruttato al massimo. al contrario di molte altre serie di sopravvivenza, come Lost, le cui vicende sono analoghe, non viene dato molto peso ai singoli protagonisti. Il pesante passaggio da un personaggio all’altro non ne fa individuare il loro carattere e cosa pensano dell’accaduto, ma viene esaltato solo il pensiero comune: tutti vogliono tornare a casa, o quasi.

I protagonisti, come si è detto, sono ragazzi, e come tali non hanno il senso di volontà di accanita sopravvivenza, non fanno nulla per preservarsi ma lasciano tutto al caso, rischiando dunque di finire le risorse in non molte settimane. La città in cui si trovano è un posto surreale ma tangibile, che ricorda l’inferno dantesco. La selva che li racchiude all’interno è una selva oscura, piena di pericoli, animali esotici, in cui si richiama spesso alla morte e al peccato. I ragazzi sono stati scelti per le loro colpe, ma a differenza del poeta fiorentino non hanno una guida che li possa far uscire da quella realtà. inoltre viene fatto luce sul problema politico: chi comanda? Come? Con quali regole? Il pensiero da questo punto si frammenta: ci sono coloro che credono che ognuno debba vivere nelle proprie case con le proprie risorse, lo stereotipo del pensiero conservatore, e invece chi crede che si debba condividere tutto e razionare le risorse, per una maggior salvaguardia dei sopravvissuti, lo stereotipo del pensiero marxista.

L’ambientazione è oltre al resto basata su una cittadina popolata dai ragazzi in cui tutte le altre persone sono scomparse. Le scene del posto restano molto sul vago senza particolarismi proprio per dar forma alla cupezza della scena, in cui nessuno sa bene cosa stia succedendo e in che posto siano, se questi sia reale oppure solo una fantasia, un sogno.

Non ci sono tuttavia molte scene musicate, molte azioni dei personaggi vengono bruscamente interrotte per presentarne delle altre e non ci sarebbe modo di sviluppare un sottofondo adatto. Inoltre la mancanza della colonna sonora è indicativa del pesante realismo dell’azione. I protagonisti si trovano infatti immersi in questa situazione che sembra a loro più reale di quanto non dovrebbe essere.

Qui ecco presente una trama dell’episodio. La storia ha inizio in New England. Un gruppo di adolescenti torna nella loro cittadina dopo una gita scolastica e si rendono immediatamente conto di essere tagliati fuori dal mondo e che tutti gli altri sono spariti. Dato l’accaduto i sopravvissuti devono riuscire a capire cosa è successo, come tornare a casa e riuscire ad organizzare tutte le loro vite.

EPISODIO 2: LIBERTA’ E’ GUERRA

Autogovernarsi, questo è il topos su cui si basa l’intero episodio. Qui viene rappresentato il dualismo dei ragazzi: la loro indifferenza verso le cose esterne contrapposto a chi cerca invece di fare il bene comune. E’ passata una settimana e ancora dei soccorsi non si ha alcuna notizia. Le tensioni aumentano quando arriva il momento più buio della giornata: la notte.

E’ assodato, questa serie non è solo una programmazione con dei ragazzi, ma ha anche significati più profondi e filosofici. All’inizio dell’episodio notiamo come un corpo celeste sovrapponendosi sole lo oscuri, lasciandone solo i contorti. Questa scena non viene messa a caso ma rappresenta la condizione tragica dei malcapitati, i quali partono da una condizione positiva, una vita borghese con le loro famiglie in una cittadina in cui ‘il male viene estirpato’, per giungere ad una condizione negativa, oscura, e proprio l’oscurità dell’eclissi è la leva della scena. Essa non permette all’uomo di poter vedere, lo lascia ‘all’oscuro’ della situazione, in cui si pongono tante domande, ma non si ha alcuna risposta. Viene dunque data man forte sull’involuzione dello stato umano. Nell’arco di tutta la giornata si può notare il percorso storico dell’uomo: c’è bisogno di credere in qualcosa, di un leader, ci sono le regole feudali nel quale chi pensa di detenere tutto il potere su tutti pratica su di loro il proprio volere come meglio preferiscono. E cosa ricorda se non il medioevo? Culti pagani al solo scopo di cercare risposte, tiranni che vogliono impostare il proprio potere e una mancanza di informazione al limite del possibile.

Ma non è tutto, molti sono i filosofi che descrivono lo stato in cui si trovano i ragazzi in questo momento, i quali passato da uno Stato limitato, in cui a vigore c’erano delle leggi da rispettare, ad uno Stato di Natura, primitivo. Hobbes e Locke insieme danno un quadro completo della situazione, che verrà poi sviluppata, con una rissa per le torce durante la notte, in cui non ci sono più regole. Il sogno di ogni ragazzo, o ragazza, è quello di vivere con la libertà assoluta, poter fare qualsiasi cosa e non essere mai criticati per le loro azioni, ma a quale costo? A costo della libertà stessa. Le azioni dei sopravvissuti possono non avere limiti, ma la libertà di qualcuno limita quella di un altro a scapito della sicurezza: non ci sono più leggi, ognuno si autogoverna e si rischiano guerre tra di loro. Tuttavia questa rappresentazione è allorché l’archetipo dello spirito umano, Golding infatti dirà che Gli uomini producono il male come le api producono il miele”. Ma nonostante tutto da questo potrà forse scaturirne una più fitta tela sociale che li leghi maggiormente fino a trovare un equilibrio alla ricerca del bene comune, per affrontare al meglio la situazione e riuscire a capire cosa possa star succedendo.