Ecco come finì davvero Biancaneve e i sette nani

Credo che tutti voi conosciate il celebre cartoon di Biancaneve e i sette nani che finisce con la principessa che viene salvata dal principe e con la strega che viene buttata giù dal dirupo. A tutti piace questa favola; continuerà a piacervi se non finisse realmente come tutti sanno che finisce? Ora vediamo…. Ecco come sono andate per davvero le cose.
Mentre il principe camminava per il bosco, sentì delle grida e iniziò a correre ma a un certo punto mise il piede male e si prese una storta e tirò un urlo così forte da far svegliare il suo cavallo, lasciato qualche chilometro più indietro di lui, che si alzò e iniziò a correre come se ci fosse un missile che lo inseguisse e appena arrivò davanti al principe non si fermò e lo fece salire come se stesse per esplodere una bomba e lo portò al lago, dove frenò, ma il principe, visto che non si era aggrappato al collo del cavallo, volò in acqua e quando uscì svenne per la paura. Il cavallo, visto che non era tanto intelligente, pensò che il principe si fosse addormentato, quindi si addormentò anche lui.
Intanto la strega che aveva tirato quegli urli che aveva sentito il principe stava cercando di non essere buttata giù dal precipizio dai sette nani, disse ai soi piccoli avversari: ”Non riuscirete a farmi cadere di sotto, io non morirò maiiiiiiiiiii!!!”
Ma Brontolo caricò e andò di testa addosso alla strega, che si scansò facendolo cadere di sotto, ma sul lato del dirupo c’era un albero dove Brontolo rimbalzò e tornò da dove era caduto, tirò il vestito della vecchia che cadde sopra l’albero che però non la fece rimbalzare e quindi restò lì.
Quando arrivò l’alba, i nani si trovarono a discutere su come far risvegliare Biancaneve. Ad un certo punto Mammolo disse: ”Potrei baciarla io, a me è sempre piaciuta…“
Gli altri nani si guardarono e decisero che andava bene. Quindi la baciò, lei si svegliò e si congratulò con il nano che le chiese di sposarla ma essa disse che ci avrebbe pensato, ma in verità scappò in casa sua e si chiuse in camera.
Matteo Rimoldi / Scuola Secondaria di primo grado “Puccini” di Firenze