Foto di famiglia – Racconto

Il fumo si confonde con la nebbia, nella fredda mattina d’inverno; le luci spente danzano dai balconi al soffio della Bora, dopo aver passato l’intera notte ad illuminare le strade colme di atmosfera natalizia. Quando il silenzio viene interrotto dall’acuto squillo del timer, spegni la sigaretta, gettandola nella neve bianca, quasi accecante e ti allontani dalla finestra, trascinando le tue pantofole consumate fino al microonde in cucina. L’odore di cioccolata si diffonde in tutta la casa, vuota ormai già da tre anni. Ogni Natale ti senti sempre più grato di aver ricevuto quella vecchia Polaroid, grazie alla quale adesso puoi trascorrere la mattina della vigilia disteso sul divano, con una bevanda calda e uno di quei vecchi film, visti e rivisti, che mandano in onda solo nel mese di dicembre. In silenzio ti abbandoni sul tuo morbido sofà, con un calcio, poi con un altro, ti togli le pantofole e, assaporando la tua cioccolata, ascolti la città che si risveglia. Prima questo era un periodo rumoroso; ti alzavi presto, con il tramestio delle pentole in cucina e a malapena riuscivi a buttare giù un caffè, a causa dell’odore di pasta al forno che invadeva tutta la casa fin dall’alba. Seguivano poi le corse folli fra i negozi stracolmi di gente, in cerca del regalo per quel cugino di quarto grado di cui non ti ricordavi neanche il nome. La cosa che però sicuramente ti manca di meno è il pranzo di Natale; ogni anno il numero di familiari cresceva e i bambini, figli di cugini, fratelli e nipoti, si moltiplicavano, moltiplicando a loro volta le urla, la confusione e il numero di soprammobili che non riuscivano a superare la giornata. Iniziavate gli antipasti con il sole che ancora illuminava la stanza e vi gustavate il dessert passato il tramonto; cosa c’è di peggio che sprecare una giornata ad ingozzarsi fino a sentirsi le pareti dello stomaco in tirare? Se non fosse per quella Polaroid, anche oggi avresti speso il tuo tempo ad aiutare tua moglie in cucina, per preparare una varietà spaventosa di antipasti, tre primi e due secondi, poi saresti dovuto correre ad acquistare due pandori, uno al cioccolato (per i più piccoli e i più anziani) e uno normale, e due panettoni, con e senza canditi, pur sapendo ormai che anche quello con i canditi sarebbe stato privato di essi dalle mani dei tuoi parenti; in fondo, a chi potrebbero mai piacere? E infine torroni, ricciarelli e cioccolatini, la fiera del grasso! Tiri un sospiro di sollievo, sapendo che tutto ciò ormai non ti riguarda più. Il tuo sguardo si posa inevitabilmente sulla mensola del camino, dove in tutto il suo splendore si trova la tua cara Polaroid. Quando la trovasti sotto l’albero, tre anni fa, ci rimanesti piuttosto male; non avevi mai avuto la passione per la fotografia e non sapevi cosa fartene di una Polaroid chiaramente usata, che aveva per lo più una sola pellicola. Il pacchetto era anonimo e nessuno sembrava reclamarlo. Allora ti eri seduto lì, dove ti trovi adesso, con in grembo la macchina fotografica pensando a chi avresti potuto riciclare il regalo. Ricordi come se fosse stato ieri, il momento in cui tutti presero posto alla lunga tavola, apparecchiata con cura da tua moglie, per iniziare a mangiare il dolce; non mancava nessuno, eccetto te. La scena che avevi davanti era un tipico quadretto natalizio, dall’atmosfera familiare, illuminato dalle decorazioni casalinghe; ti pareva di guardare una di quelle cartoline che si invia per gli auguri agli amici e familiari lontani. Fu questione di un attimo; non avevi mai usato una Polaroid, ma improvvisamente ti ritrovasti a guardare l’intero tuo parentado dall’obbiettivo della macchina. Alcuni ti sorrisero, altri non se ne accorsero nemmeno, presi com’erano dalla foga di accaparrarsi l’ultima fetta di pandoro. E poi, click. Dalla fessura sottostante uscì l’istantanea, con sopra impressi il volto di tua moglie, dei tuoi genitori, dei tuoi nipoti. Ogni sorriso, ogni gesto, ogni smorfia era rimasto impresso su quell’ultima diapositiva, dai colori ingialliti; davanti a te non c’era più nessuno.
Il cacao rimasto sul fondo della tazza ti provoca un forte colpo di tosse, che ti distoglie dal ricordo del passato. Non ricordi più dove hai lasciato le pantofole, così, scalzo, ti avvicini al camino, sopra la cui mensola si trova la Polaroid. Con una mano, mentre con l’altra reggi la tazza vuota, sposti la macchina, per rivelare dietro quella che è una vecchia foto sporca. Da sotto la polvere tutta la tua famiglia per intero è seduta a tavola, tua moglie ti sorride e nei suoi occhi si riflettono le luci colorate dell’albero di Natale; quasi riesci a sentire le chiacchiere e la confusione, intrappolati in quell’attimo eterno imperturbabile di festa. Velocemente ti allontani dalla mensola, posi la tazza sporca nel lavabo e ti avvicini nuovamente alla finestra. Fuori tutto è bianco, la neve candida nasconde le strade e ovunque regna il silenzio. Sarà sicuramente un Natale bellissimo.
Alessia Priori / Liceo Classico Galileo di Firenze