Gli adolescenti ascoltano la musica a volume eccessivo

Secondo una ricerca realizzata dal centro studi francese IFOP il 65% degli adolescenti fra i 15 e i 17 anni ascolta la musica con le cuffie o con gli auricolari per più di un’ora al giorno: è infatti normale vedere giovani che girano per le strade isolati da ciò che li circonda e immersi nei loro brani preferiti… Un terzo di questi non sa però che rischia una sordità temporanea o permanente proprio a causa dell’ascolto prolungato a volumi eccessivi. Il 50% delle persone di eta compresa fra i 12 e i 35 anni, per l’esposizione a suoni forti, corre il pericolo di una riduzione dell’udito tale da incidere sulle qualità di vita: il motore di un tagliaerba, di una motocicletta o di un aereo sono tutti rumori che superano gli 85 decibel, la soglia massima che gli esperti suggeriscono di non oltrepassare. Mentre però questi sono frastuoni a cui non ci esponiamo per più di pochi minuti, la musica, il cui volume più della metà degli adolescenti porta sempre al massimo, è un piacere a cui ci dedichiamo talvolta per ore. In occasione della Giornata Mondiale dell’Udito dello scorso 3 marzo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e l’International Telecommunication Union (ITU) hanno stabilito un nuovo standard internazionale per la produzione e l’uso di dispositivi come smartphone e lettori audio, che oggi possono arrivare fino a 100-120 decibel, l’equivalente del suono erogato da una motosega o dal decollo di un jet. Pertanto ai produttori di apparecchi tecnologici verrà imposto tale limite, sviluppato da esperti nell’ambito dell’iniziativa dell’Oms “Make Listening Safe”, durante un processo durato due anni e fondato sulle ultime evidenze e su consultazioni con industria, consumatori e società civile. L’Unione Europea si occuperà di garantire che i dispositivi contengano la funzione Sound allowance, un software che tiene traccia del livello e della durata dell’esposizione al suono, un profilo di ascolto individuale basato sulle pratiche uditorie, che informa l’utente di quanto ha ascoltato in modo sicuro e fornisce spunti di azione nati da tali informazioni e opzioni di limitazione del volume, tra cui la riduzione automatica e il controllo da parte dei genitori. Inoltre nelle confezioni degli auricolari verranno inseriti gli avvertimenti sui danni provocati da un ascolto a volume eccessivo o per tempo prolungato.
Le stime prevedono che, se le cose non cambieranno entro il 2050, oltre 1,1 miliardi di persone avrà una perdita dell’udito disabilitante; per evitare questa ipoacusia generale non è però necessario aspettare che siano i nostri apparecchi ad imporci dei limiti. Piccoli accorgimenti, come preferire le cuffie agli auricolari, possono salvarci le orecchie. Infatti il suono che arriva da una cuffia esterna è più dolce e meno traumatico sulla membrana del timpano, mentre gli auricolari vengono posti direttamente sul padiglione auricolare ed hanno perciò un contatto diretto o quasi con la membrana, che risulta più dannoso.
Se però non riusciamo a fare a meno dell’isolamento che la musica a tutto volume ci regala, non c’è da preoccuparsi, pare infatti che gli scienziati del MIT abbiano realizzato un sistema di trasmissione del suono basato sui raggi laser per inviare le onde sonore direttamente all’orecchio del ricevente. Grazie all’effetto fisico conosciuto come fotoaucustico, il vapore acqueo sospeso nell’aria, avendo assorbito della luce, sarebbe in grado di emetter onde sonore, la cui frequenza e la cui forma possono poi essere controllate da un raggio laser. Il suono può essere percepito solo ad una determinata distanza, mentre coloro che passano attraverso il raggio laser non sentono nulla; questo è l’aspetto interessante che permette di vedere in questa nuova tecnologia il discendente meno pericoloso delle cuffiette.
Alessia Priori / Liceo Classico Galileo di Firenze