Mary e l’anello magico – Racconto

Pioveva. Mary si stava annoiando a morte: era a casa, da sola e non aveva niente da fare. Provando un grande amore per i libri aveva letto tutti quelli che aveva in casa almeno due volte. Non poteva uscire sotto raccomandazione dei genitori e non le piacevano videogiochi e simili, per cui non ne aveva in casa. Così decise di immaginarsi una storia tutta sua. Però era molto stanca e si addormentò. Si svegliò di soprassalto sentendo il continuo ticchettio della pioggia che batteva sulle finestre. Tic, tic, tic. Mary si affacciò alla finestra per osservare lo scroscio d’acqua che non faceva vedere il paesaggio circostante. Guardando fuori Mary vide qualcosa che la lasciò stupita: una scimmietta aveva indosso un cappotto scuro, un cappello dello stesso colore del cappotto e una valigetta in mano. La scimmia infreddolita bussò alla porta della casa di Mary e lei la fece entrare molto cortesemente provando pena per quella povera bestiola, ma al contempo era sbalordita perché non si vede tutti i giorni una scimmietta che sembra un uomo e che bussa ad una porta.
Mary le offrì una tazza di latte caldo visto che la povera scimmietta scottava dalla febbre.
L’animaletto le porse un anello dove all’interno era incisa una scritta: “QUESTO OGGETTO È MAGICO”. Forse era quello il motivo per cui quella strana scimmietta era vestita come un uomo, forse dipendeva proprio da quel piccolo oggetto, ma Mary non ci credeva.
Prese l’anello e lo mise nel cassetto del comodino. Si affacciò alla finestra e vide che aveva smesso di piovere, quindi decise di uscire per portare la povera scimmietta malata al rifugio per animali più vicino.
La lasciò al rifugio dove venne curata, e la andò a trovare alcuni giorni dopo: fortunatamente stava bene.
Restava solo un unico mistero da risolvere: l’anello. Più Mary ci pensava, più era interessata a scoprire di che cosa si trattasse. Così, appena arrivò a casa, lo tolse dal cassetto e lo guardò attentamente: era un anello d’argento con incastonata sopra una pietra preziosa rosso fuoco, forse un rubino. Se lo infilò al dito e si accorse che il rubino era in realtà un piccolo pulsante, che Mary, spinta dalla curiosità, premette. Venne come risucchiata da un vortice blu e violaceo, e in men che non si dica si ritrovò in una specie di giungla popolata esclusivamente da scimmie. I maschi erano vestiti come la scimmietta appena conosciuta, le femmine invece portavano una gonna colorata insieme ad un fiocco sulla testa in tinta con la gonna. Gli edifici erano in canne di bambù e tutto ciò che Mary aveva attorno sembrava proprio una città moderna. Ma la cosa più strana era il fatto che quelle simpatiche scimmiette parlavano!
Mary mormorò tra sé, sbalordita: ”Questa è magia!”. Si guardò intorno e vide attraverso le finestre di una casa una piccola scimmia con un fiocco azzurro che venne lasciata a casa da sola dai genitori, proprio com’era successo a lei qualche giorno prima. Così decise di andare a parlare con quella nuova piccola amica per avere informazioni su quello strano mondo.
“Ciao” fece Mary. La scimmietta si prese un colpo, perché vivendo in un mondo popolato da scimmie non era cosa da tutti i giorni vedere una bambina umana.
Dopo che la piccola scimmia si riprese, le due si presentarono e fecero amicizia parlando del più e del meno.
La nuova amica si chiamava Myra e aveva la stessa età di Mary.
Dopo averle raccontato cosa le era successo dal principio, Mary le chiese se avesse un’idea di come fosse arrivata lì da camera sua. Myra le spiegò: ”A scuola mi hanno raccontato che il posto dove viviamo è un luogo remoto non identificato in nessuna cartina geografica. Inoltre mi hanno detto che imitiamo le città e i loro abitanti. Siamo una specie di universo parallelo al vostro, nel senso che è uguale a quello in cui vivete voi, ma qui noi siamo tutte simpatiche scimmiette.”
“E secondo te che cos’è l’anello che mi ha consegnato il vostro compagno?” chiese Mary.
“Non ne ho idea, forse è una specie di passaggio” azzardò Myra.
”Sì, sarà così” concluse Mary.
Inoltre Myra le spiegò che da tempo il suo popolo era minacciato da un’enorme bestia che ogni tanto attaccava la loro città.
Mary era ormai diventata molto amica di Myra e non voleva che le accadesse qualcosa di brutto, perciò decise che sarebbe partita per sconfiggere quell’orribile mostro. Myra la implorò di non farlo, ma ormai la ragazzina aveva preso la sua decisione: avrebbe affrontato quell’avventura.
Myra si rassegnò e diede la grande notizia a tutta la città. Gli abitanti fornirono tutto il necessario a Mary, mentre una vecchia scimmia che non aveva niente da darle le indicò la direzione della dimora della bestia .
Mary partì subito per Nord, dove la creatura si era rifugiata. Dopo qualche ora di cammino raggiunse una grotta da cui si sentiva un rombo profondo e continuo: era la bestia che dormiva. A Mary prese la tremarella tant’era grande e brutta: aveva grandi zanne appuntite e la lingua penzolante dalla bocca. Aveva artigli affilati, aculei rossastri sulla pelliccia viola e una coda con un ciuffo di peli rossi scompigliati alla fine.
Appena Mary mosse un passo verso il mostro comparvero due occhi rossi come la brace che la fissavano con cattiveria. Il mostro si alzò in piedi e si avvicinò lentamente verso di lei, che indietreggiò. Mary stava per svenire dalla paura, ma in quel momento pensò a Myra e tutti i suoi amici e al destino cui andavano incontro. In quel momento tutte le sue paure svanirono come per magia e gridò: “FERMO!”
La bestia si fermò all’istante un po’ impaurita. Evidentemente serviva solo un ordine per domarla. Mary chiese quindi alla bestia di trovarsi un altro posto dove stare, e il mostro se ne andò con la coda tra le gambe. Quando Mary tornò alla città delle scimmiette per dare la buona notizia, queste la alzarono in trionfo, ma lei perse l’equilibrio, cadde e svenne.
Dopo poco si risvegliò, ma non era più con le scimmie, bensì da sola a casa sua nella propria cameretta.
“Era solo un sogno…” pensò. Per averne la certezza aprì il cassetto e guardò dentro: l’anello con cui tutto era iniziato non c’era più.
Corinna Martinoli / Scuola Secondaria di primo grado Puccini di Firenze