Vecchie conoscenze

 

 

  1. Bufalino, col suo tratto gentile e fine, l’esperienza ha ricordato
    e tutto quanto ci ha raccontato:
    visi, luoghi, mestieri
    scomparsi proprio l’altro ieri!
    Lavorava “u scucciarinu”
    iniziando di buon mattino,
    adocchiando e scorticando cani
    lavorando sempre con il sudore delle sue mani;
    a casa ritornando
    qualche spicciolo per i suoi andava portando.
    Comiso, di sera, come a festa illuminata,
    da sempre è stata:
    vi era “u lampiunaru”, che all’imbrunire, come per incanto,
    i lumi faceva apparire,
    che, poi, all’alba, ad uno ad uno, per magia facea
    scomparire!
    Per non parlare
    dei luoghi, a cui ci hai fatto ripensare,
    stupendi e magnifici,
    come, Bufalino, tu dici.
    “Luogo di lupi e di inverni
    era quello dei vanchiteddi”,
    ove, vicino a dei torrenti
    vi sbattevan sempre i venti.
    “U munnizzaru” vi era pure,
    con per amici “delle piccole creature”:
    brutto odore emanava,
    ma ogni giorno lavorava
    e a casa ai suoi il pane portava.
    A te, oh dolce vate Bufalino, questa poesia voglio dedicare
    perché tutta Comiso nei secoli hai fatto ricordare!

Rosario Massari II C Liceo Scientifico – Istituto “G. Carducci” – Comiso (RG)