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Ic Biella 3- DaDCreativa- sezioni racconti- Piede sull’acceleratore di Alice Botta

 

 

 

 

         PIEDE SULL’ACCELERATORE

Sono bloccato nel traffico da più di mezz’ora ormai, qualche minuto in più e sarò ufficialmente in ritardo.

Esco sempre prima del necessario per evitare sfortunati incidenti come questo; ma oggi è proprio impossibile muoversi in macchina!

Questo caos è dovuto al festival d’estate, che si tiene ogni anno in piazza il 22 Giugno.

Mentre sono fermo al quinto semaforo rosso di oggi, il mio cervello non può far a meno che rimuginare ancora e ancora. E’ quello che faccio.

Io rimugino ogni minuto di ogni giorno.

Rimugino appena svegliato guardando il soffitto; rimugino mentre bevo il caffè leggendo il giornale; rimugino mentre vado a lavoro e persino mentre scrivo degli articoli.

“BIIIIP!” suonano il clacson riscuotendomi dai miei pensieri. Il semaforo era diventato verde e dietro di me si era formata una lunga coda.

Piede sull’acceleratore e giro a destra, 14 km e poi sarò in ospedale.

“Mi chiamo Jason Mancini, sono un giornalista e sto per diventare padre” suona bene.

Sono dodici anni che io e Kristina stiamo insieme e due che siamo sposati.

Nove mesi fa abbiamo deciso di avere un figlio: Andrea.

Oggi è il grande giorno, 21 Giugno 2012, nonché quello prima del festival e Manhattan è piena di gente.

Sono le 23:56 e sarei dovuto arrivare quaranta minuti fa.

Freno perché una signora piuttosto anziana sta attraversando la strada, peraltro non sulle strisce, “Sbrigati!” vorrei gridarle.

Appena costei sale sul marciapiede riparto velocemente: cinque minuti e devo essere arrivato.

Qualche minuto dopo mi stavo arrampicando sulle scale per arrivare nel reparto maternità.

Trafelato entro nella camera numero 25, quella dove avrei dovuto trovare mia moglie.

Nel non vederla il cuore mi salta in gola.

Devo sedermi.

La compagna di stanza di Kristina intanto si è svegliata: è proprio come me l’aveva descritta, riccioli biondi che le ricadono sulle spalle e occhi azzurri che sprizzano gioia, se non sbaglio partorirà domani.

Mi guarda con un grande sorriso.

“Tu devi essere il marito di Kristina, l’aveva detto che probabilmente saresti arrivato in ritardo, inoltre, il suo telefono non la smetteva di squillare! Lei è in sala parto ora.”

Come aveva detto mia moglie è proprio una gran chiacchierona!

La ringrazio e corro in sala parto.

Mi manca pochissimo, la porta è in fondo al corridoio, ma vengo fermato da un’infermiera piuttosto grassottella con un cerchietto fluo in testa e un rossetto un po’ troppo “rosso” per i miei gusti.

-“Se non è autorizzato a stare qui deve andare grazie.”

Mi sta prendendo in giro.

Sto per  urlarle contro tutti i motivi per cui dovrei stare qui ma mia sorella, la capo sala, mi ferma prima di fare una scenata.

-“E’ in sala 4.”

-“Grazie Kathie.” La ringrazio e mi dirigo in stanza 4.

*   *   *

Dieci minuti dopo sono accanto alla donna che amo e sto stringendo mio figlio tra le braccia. Mio figlio!

Sono arrivato appena in tempo e da allora non ho più lasciato la mano di Kristina.

Lei mi sta guardando con grandi occhi dolci color nocciola.

Gli stessi che ha mio figlio.

Nostro figlio.

Fine

Alice Botta 3E

IC Biella3 – Marconi