Coronavirus, l’intervista a un medico di famiglia

di Arianna Borgese

1. Si presenti
Buonasera, mi presento sono la D.ssa Monica Capoccioni medico di famiglia
2. Come state affrontando voi medici l’emergenza Coronavirus?
Stiamo affrontando l’emergenza attenendoci a tutte le disposizioni che ci giungono dal Governo e dal Ministero della Sanità, cercando di istruire i nostri pazienti a stare a casa ed a contattarci telefonicamente per qualunque necessità.
3. Come vi comportate con pazienti che riferiscono sintomi respiratori?
Li raggiungiamo telefonicamente ogni giorno, se riferiscono sintomi quali tosse, febbre o dipsnea di durata superiore ai 3 giorni, facciamo una segnalazione all’Asl e
continuiamo a monitorare la situazione clinica.
4. Come vi comportate con pazienti che rientrano da paesi esteri?
Qualunque paziente che abbia viaggiato e stia rientrando dall’esterno vie ne messo in quarantena e quindi costretto a casa per 14 giorni, monitorizzando quotidianamente la
comparsa di sintomi d’allarme.
5. Come è cambiata la gestione del paziente nel corso di questa pandemia?
Purtroppo questa pandemia ci ha negato il rapporto diretto con il paziente, la possibilità di visitarlo e ci ha costretti ad un rapporto telefonico riducendo la nostra
possibilità diagnostica anche per la mancanza di protezioni adeguate.
6. Attualmente che situazioni si prevedono nell’immediato futuro?
Le attuali disposizioni governative che hanno costretto la popolazione a rimanere nelle case ed ad uscire solo per motivi di estrema necessità, ridurranno i contatti
interpersonali e di conseguenza la diffusione del virus.
7. E’ d’accordo con le misure adottate dal Governo per limitare il contagio?
Assolutamente si, limitare i contatti era l’unica scelta possibile per cercare di arrestare il contagio.