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Coronavirus. Un ingegnere: nella nostra azienda siamo attenti ai presidi

Di Niccolò Boscherini 

Buongiorno. Si presenti
-buongiorno. Mi chiamo Guido  e sono un’ingegnere che lavora presso un’azienda che produce cartone. Come ben sa in questo periodo a causa dell’emergenza sanitaria che l’intera Italia si trova ad
affrontare molte persone sono costrette a restare a casa non potendo così lavorare.

Che cosa può dire riguardo la sua situazione lavorativa?
-Differentemente dalla maggior parte dei lavoratori italiani continuo a lavorare come in passato. L’attività svolta dall’azienda presso cui lavoro è considerata “attività fondamentale” poiché la continua produzione di imballaggi in cartone è necessaria.

Perché non lavora in modalità smart working?
-Per l’attività che svolgo lo smart working non avrebbe senso, sarebbe totalmente inutile.

Quali sono le condizioni sanitarie sul lavoro?
-Fortunatamente migliorano sempre di più. Inizialmente l’unico provvedimento preso era stato il rispetto delle distanze di sicurezza. Alcuni impiegati sono stati mandati a casa per
lavorare in smart working proprio per aumentare le distanze tra una persona e l’altra all’interno degli uffici. Ora, invece, sono arrivate mascherine per tutti i dipendenti, come
me, che continuano a lavorare in fabbrica.

Si sono verificati casi di COVID-19 tra i dipendenti?
-Fortunatamente al momento nessun dipendente è risultato positivo.

Come si sente la mattina quando deve uscire di casa per recarsi a lavoro? Ha paura?
-Sinceramente no. Sono molto attento e prudente inoltre come già detto sul lavoro sono stati già presi provvedimenti sanitari. Devo ammettere che mi sento onorato di poter lavorare e di
svolgere un’attività fondamentale in questo periodo di crisi per l’Italia intera.

Che aria tira all’interno della fabbrica?
-C’è parecchia tensione soprattutto per quanto riguarda chi fa il vero lavora, ossia chi usa i macchinari e chi produce effettivamente gli imballaggi in cartone. Purtroppo questa è la
realtà, il COVID-19 fa paura. Le persone non hanno tanta paura di risultare positivi al virus ma di poter far ammalare le persone che amano.