Il Covid al policlinico militare Celio di Roma

Di Anna Serra

Il dott. Serra, medico militare,capo reparto dell’ortopedia e traumatologia del Policlinico Militare Celio di Roma si trova impegnato in prima linea con l’infezione da Covid-19. Ci risponderà a delle domande per avere ulteriori informazioni sulla pandemia.
Come state affrontando l’emergenza al Celio?
“Stiamo affrontando l’emergenza con l’istituzione e l’organizzazione di posti letto e di terapia intensiva, di terapia sub-intensiva e dei posti letto per i pazienti meno gravi in maniera tale che trascorrano il periodo di quarantena all’interno della struttura ospedaliera anziché all’interno del domicilio dove possono eventualmente portare l’infezione anche ai loro familiari”.
Quali sono gli effetti maggiori che avete notato a carico del Coronavirus?
“come sintomi principali e più dannosi abbiamo evidenziato questa polmonite che si diagnostica prevalentemente con la tac ad alta risoluzione che dimostra un interessamento abbastanza diffuso dell’interstizio polmonare, determinando nel paziente un’ipossia progressiva che può determinare, nelle fasi più estreme, l’intubazione dello stesso”.
Atri sintomi?
“Altri sintomi correlati all’infezione da Covid-19 sono i classici sintomi parainfluenzali, quindi con l’interessamento delle alte vie respiratorie, con disturbi legati ai dolori articolari ossei e sindromi diarroiche persistenti. Inoltre si è visto anche dalle disfonie abbastanza persistenti”.
Attualmente com’è la situazione?
“Attualmente siamo in una situazione di progressivo ma lento miglioramento: sono diminuiti i ricoveri nelle terapie intensive, ancora una buona frequenza in terapia sub-intensiva, mentre si stanno dimettendo diversi pazienti che stanno rientrando dalle loro famiglie”.
I provvedimenti adottati dal governo sono giusti secondo lei?
“Sicuramente l’isolamento dei soggetti positivi è obbligatorio. Per quanto riguarda gli altri indubbiamente rimanere a casa e uscire il meno possibile ha portato a una riduzione dell’infezione virale e questo ha aiutato sicuramente le strutture sanitarie a contenere l’infezione del virus”.
Cosa pensa per il futuro?

“Per il futuro speriamo nel vaccino al più presto possibile in modo tale da poter ritornare a una serenità da parte di tutti, sanitari e non, in maniera da creare un’immunità che sia permanente e stabile nei confronti di questo virus”.