Andiamo a guardare le stelle
a sbriciolarci la vita insieme
a farci spegnere la voce dagli urli
e poi a ridere di follia.
Torniamo a una notte d’estate
al solo calore di un falò tremante
con sei corde suonanti e leggere
e la bellezza del non avere niente.
Andiamo a strappare via la nebbia
a farci prendere a pugni da un tramonto
a cercare di colmare ogni vuoto
e a crearne altri mille altrove.
Proviamo a sdraiarci sull’orizzonte
a vivere con gli occhi chiusi e i piedi scalzi
a camminare sul filo della nostra esistenza
e a perdere l’equilibrio.
Sveva Del Priore – Liceo Classico Galileo di Firenze, classe 1A