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India, migliaia di tartarughe tornano a deporre con una chance in più: niente umani sulla spiaggia

Per quanto l’emergenza Covid-19 possa aver sconvolto notevolmente le nostre vite, possiamo dire che sia invece un enorme vantaggio per l’ambiente che ci circonda. Infatti, come possiamo vedere semplicemente affacciandoci alla finestra, le macchine hanno smesso di circolare in massa come succedeva prima e molte attività lavorative sono ormai ferme da una quindicina di giorni. Sicuramente La diminuzione  del traffico stradale migliorerà le condizioni ambientali e anche la vita di molti animali che popolano zone solitamente molto abitate, che invece ora sono vuote. Con quest’ultima frase vorrei collegarmi direttamente alla notizia recentemente apparsa sui giornali che riguarda il ripopolamento da parte di una specie particolare di tartarughe in India, dopo un anno di assenza. Si tratta delle tartarughe della specie Olive Ridley, una specie che rischia il pericolo d’estinzione, come ci conferma lo IUNC. Questa specie infatti è a rischio perché le spiagge dove di solito nidifica sono spesso contaminate da una grande quantità di rifiuti o affollate da turisti curiosi che ogni anno le “popolano” in massa. Credeteci o no, c’è stato bisogno di una pandemia per farle tornare, dopo oltre un anno, a nidificare nel loro luogo d’origine, ovvero la spiaggia di Rushikulya, sulle coste di Odisha. Ogni anno, al momento della nascita delle tartarughine arrivano centinaia di persone ad assistere all’evento e questo disturba ovviamente gli animali. Adesso che le spiagge sono completamente deserte da settimane, ormai, finalmente le nostre tartarughe sono uscite allo scoperto. Infatti, lo scorso 22 marzo verso le due del mattino, circa 2000 tartarughe femmine sono uscite dal mare e si sono avvicinate al bagnasciuga, come ci raccontano i tutelatori del sito di nidificazione. Da quel giorno oltre 72 mila tartarughe hanno popolato la zona per deporre le loro uova. Odisha rappresenta in assoluto il sito più gettonato per questa specie di tartarughe, a tal punto che circa il 50% della specie Olive Ridley di tutto il mondo giungono proprio qui al momento della nidificazione.
La situazione che stiamo vivendo noi umani purtroppo è tutt’altro che allegra e tranquilla, ma penso che in questo periodo sia giusto anche fermarsi a riflettere su quanto la nostra mancata presenza nel mondo forse possa “giovare” a qualcun altro, come all’ambiente e agli animali. L’esempio delle tartarughe di Odisha può farci comprendere quanto la nostra presenza spesso sia di troppo e quanto sia dannosa, quasi nociva per l’ambiente che ci circonda. L’epidemia globale che stiamo vivendo, che spero venga sconfitta il prima possibile, può essere un’occasione in cui la nostra Terra, che per anni e anni non abbiamo fatto altro che danneggiare, ricomincerà di nuovo a respirare e a recuperare tutto ciò che anche per colpa nostra ha perso nel corso del tempo.
Emma Boschi /Liceo Classico Galileo di Firenze