• Home
  • Blog
  • Articoli
  • Easybreathing: da maschera subacquea a respiratore d’emergenza

Easybreathing: da maschera subacquea a respiratore d’emergenza

Circa quattro anni fa la Decathlon mise in commercio una maschera da Snorkeling del brand SUBEA, l’Easybreathing che fino all’estate scorsa faceva da padrona in tutte le spiagge. Oggi la stessa maschera, grazie all’azienda Bresciana Isinnova si è trasformata in respiratore, con la semplice aggiunta di una valvola, ribattezzata “valvola Charlotte”e creata con la stampante 3D. La maschera può essere collegata direttamente all’ossigeno tramite la presa a muro e pur non essendo sostitutiva del ventilatore polmonare, può essere usata nei pronto soccorso dove i pazienti rimangono anche tre giorni in attesa di un letto; inoltre chiunque può stamparla liberamente, grazie al brevetto aperto che rimarrà ad uso libero per evitare commercializzazioni, considerato lo stato di emergenza attuale. Lo stesso fondatore e CEO dell’azienda, Cristian Fracassi, tiene a sottolineare che l’iniziativa deve essere totalmente priva di scopi di lucro e che l’idea si rivolge a strutture sanitarie per offrire un aiuto concreto in una situazione sanitaria complessa. Pertanto né la maschera, né il raccordo valvolare sono stati certificati e il loro impiego è subordinato a una condizione di cogente necessità, tanto che il suo stesso utilizzo deve prima essere sottoposto prima ad una dichiarazione firmata del paziente.
D’altra parte il prototipo è stato realizzato in meno di 10 ore da quando il dott. Renato Favero, ex-primario dell’Ospedale di Gardone Valtrompia, ha suonato alla porta di Isinnova e dopo una lezione di anatomia – in particolare su polmoni, alveoli, virus e polmonite- ha chiesto una mano per rendere realtà il suo progetto. La Decathlon, nota distributrice di prodotti sportivi, appena è stata contattata da Fracassi non si è tirata indietro, anzi, ha sposato immediatamente il progetto fornendo il disegno CAD (un disegno tecnico progettuale) delle maschere Easybreath da snorkeling in commercio. Così, grazie ad un primario in pensione, una giovane azienda locale e il sostegno di un’azienda internazionale l’Ospedale di Chiari a Brescia è riuscito a quietare l’ingente bisogno di respiratori e i test che fin ora sono stati condotti sui pazienti consenzienti si sono rivelati così positivi che sono già 500 le richieste di maschere arrivate da altri ospedali in provincia.
“Aver stampato quelle valvole ci ha fatto capire che non potevamo fermarci, che c’era bisogno di aiuto e non solo di speranza” scrive il CEO di Isinnova sul suo profilo Facebook, per poi mettere a tacere la stampa che in questi giorni si è lanciata su speculazioni riguardo un ipotetico prezzo delle valvole “Il resto – diritti, certificazioni, costi e polemiche – dovrebbe tacere di fronte all’innegabile superiorità del sacrosanto diritto alla vita. Se non condividete non chiedete a noi, ma alle persone che – grazie al cielo – respirano ancora.”

Alessia Priori / Liceo Classico Galileo di Firenze