• Home
  • Blog
  • Articoli
  • Letture sotto l’ombrellone: Laura Rubino propone e spiega la sua versione de “Il piccolo Principe”

Letture sotto l’ombrellone: Laura Rubino propone e spiega la sua versione de “Il piccolo Principe”

Il Piccolo Principe è un libro di Antoine de Saint-Exupéry. È stato scritto nel 1943 e le prime case editrici che l’hanno pubblicato sono quelle di Reynal & Hitchcock e Gallimard.
Il primo protagonista è il Piccolo Principe, un giovane ragazzo dai capelli color oro che viene da un pianeta lontano, l’asteroide B 612.
Il secondo è il narratore, ovvero il pilota d’aerei. I due si conoscono nel deserto, dopo che il pilota d’aerei è precipitato insieme al suo aereo.
Il primo personaggio secondario di cui veniamo a conoscensa è la Rosa, la prima amica del Piccolo Principe. È un personaggio molto esigente, che pretende di essere annaffiato la mattina e protetto dal vento la sera. Il piccolo principe la cura con affetto, fin quando non rimane quasi “addomesticato” dalla Rosa.
Il secondo personaggio secondario che conosciamo è il Serpente, un personaggio che viene subito reputato dal Piccolo Principe un animale buffo. Il Serpente parla solo con gli enigmi, e spiega al Piccolo Principe che lui è molto potente, infatti puo’ restituire alla terra, da dove si è venuti, tutto quello che tocca.
Il terzo ed ultimo personaggio secondario che ci viene fatto conoscere è la Volpe. Questo personaggio è anche il mio preferito tra tutti. La Volpe spiega al Piccolo Principe che “essere addomesticati” significa creare dei legami, significa riconoscere tra mille volpi la propria. Ammette che tutti veniamo addomesticati da qualcosa, e quando questa cosa ci viene poi tolta, si sta un po’ male. Infatti, quando deve separarsi dal Piccolo Principe ammette che forse ha sbagliato ad essersi fatto addomesticare, ma lascia intuire che ne è valsa la pena.
Il racconto comincia con un disegno. Precisamente un disegno di un boa che inghiottisce la sua preda. Il pilota, quando era piccolo, decise così di disegnare la sua versione di un boa che inghiottisce la preda. Disegnò una figura simile ad un cappello, e tutti gli adulti la videro così, proprio come un cappello. Il pilota allora disegnò la figura vista dall’interno, ma i grandi gli dissero che non era portato per il disegno, gli dissero di smetterla. Il pilota decise allora di impegnarsi nella geografia, che gli trasmise delle conoscenze che si rivelarono utili nel suo lavoro da pilota.
Il pilota non aveva mai avuto qualcuno con cui parlare, siccome non era mai andato d’accordo con gli adulti. Tutto questo, prima dell’incidente, prima di conoscere il Piccolo Principe.
Il pilota d’aerei precipitò nel deserto del Sahara, e mentre provava a riparare il motore sentì una voce: la voce del Piccolo Principe. Il ragazzo gli chiese di disegnare una pecora. Una pecora che non doveva essere malatticcia, non doveva avere le corna e non doveva essere vecchia. Dopo innumerevoli tentavi, il pilota disegnò una scatola, e gli disse che la pecora si trovava dentro la scatola. Il Piccolo Principe fu soddisffatto del disegno e contento della sua pecora. Il pilota disse poi al Piccolo Principe che, volendo, poteva disegnare anche una corda e un palo per legare la pecora. Il Piccolo Principe rise, ammettendo che il suo pianeta era piccolo, e che quindi la sua pecora non sarebbe potuta scappare molto lontano. Il pilota scoprì così una nuova cosa riguardo il piccolo principe: la dimensione del suo pianeta. Il terzo giorno il pilota scoprì l’esistenza dei baobab: degli enormi arbusti che avrebbero potuto distruggere il pianeta del Piccolo Principe. Infatti, tutte le mattine, il Piccolo Principe doveva togliere le piccole pianticelle di baobab, prima della loro crescita.
Poco tempo dopo il Piccolo Principe chiese al pilota a cosa serivavano le spine di un fiore. In seguito raccontò anche del suo fiore, della sua Rosa, che aveva quasi abbandonato sul suo pianeta e raccontò tutto quello che faceva per lei. Ma un giorno decise di lasciarla sola, e quando la salutò, la Rosa fu scortese con lui. Ma solo perchè la Rosa non voleva essere vista mentre piangeva.
Il Piccolo Principe raccontò di come aveva girato per ben 6 piccoli pianeti, e di come aveva conosciuto ben 6 persone differenti, una più strana e stravagante dell’altra.
La prima persona che conobbe era un Re che non aveva un vero regno da governare. Il Re diceva di governare su tutto, anche sulle stelle. Ma quando il Piccolo Principe gli chiese un tramonto, il Re risposte che bisognava aspettare la sera, e allora il Piccolo Principe andò nel secondo pianeta, e conobbe il Vanitoso.
Il Vanitoso era un uomo che amava sentirsi ammirato, ma delle ammirazioni altrui in realtà non se ne faceva proprio nulla. Il Piccolo Principe rimase da lui solo il tempo di qualche applauso che il Vanitoso gli aveva richiesto, poi se ne andò.
Nel terzo pianeta il Piccolo Principe conobbe l’Ubriacone. Questa fu la visita più breve in assoluto, in cui l’Ubriacone ammise di bere per dimenticare la vergogna di bere. Un ciclo continuo che portava l’Ubriacone ad essere sempre e solo più ubriaco.
Nel quarto pianeta il Piccolo Principe fece la conoscenza dell’Uomo d’affari. Egli possedeva delle stelle e le ricontava in continuazione. Le stelle lo rendevano ricco, e in questa maniera poteva comprarsi altre stelle. Il Piccolo Principe se ne andò pensando che quest’uomo era strano, un po’come i grandi.
Il Piccolo Principe si trovò a parlare con il Lampionaio, l’uomo che viveva nel quinto pianeta. Il Lampionaio doveva spegnere ed accendere tutti i minuti il suo lampione, per indicare il giorno e la notte. Il suo pianeta aveva iniziato a girare sempre più veloce e così i giorni passavano sempre più velocemente. I due parlarono per 30 giorni (o meglio 30 minuti), finchè il Piccolo Principe non si mise in viaggio per raggiungere il sesto pianeta.
Nell’ultimo pianeta conobbe il Geografo, un uomo che scriveva grandi libri con enormi mappe. Il Piccolo Principe gli chiese consiglio per una località da esplorare, e il Geografo gli propose la Terra. Il Piccolo Principe si mise dunque in viaggio per il settimo pianeta.
Il Principe atterrò sulla sabbia, nel deserto del Sahara. Vide una figura, il Serpente. E i due iniziarono a parlare. Il Piccolo Principe disse che il Serpente era era buffo, ma egli ribbattè dicendo che era molto potente, e che poteva restituire alla terra tutto ciò che toccava. Il Piccolo Principe si incamminò verso una strada che lo condusse al giardino di rose. Quando arrivò in questo luogo pieno di rose rosse si sentì triste e quasi arrabbiato: aveva creduto che il suo fiore era un fiore unico, e invece ne esistevano milioni, tutti uguali al suo. Quasi come se potesse leggerlo nel pensiero, arrivò la Volpe.
La Volpe gli spiegò che la sua non era una rosa come le altre, ma era speciale, perche si erano addomesticati a vicenda. “Addomesticare significa costruire dei legami”, spiegò la Volpe al Principe, e poco dopo lo supplicò di farsi addomesticare. Alcuni giorni dopo il Piccolo Principe disse alla Volpe che doveva andarsene, e la Volpe ammise che forse aveva sbagliato a farsi addomesticare, perchè poi si sta male quando si saluta un amico. Ma quando la Volpe guarderà il grano si ricordera dei capelli color oro del suo amico, e allora sorriderà. Prima di salutarlo, la Volpe insegnegnò al Piccolo Principe il suo segreto: “non si vede bene che col cuore, l’essensiale è invisibile agli occhi”.
Il Piccolo Principe si spostò poi vicino all’aereo del pilota con cui poi parlò e diventò amico. Erano passati otto giorni dall’incidente, e il pilota aveva da poco finito l’acqua. Anche il Piccolo Principe aveva sete, e i due cercarono insieme un pozzo per dissetare il Principe. Dopo alcuni sforzi trovarono un pozzo, e il Piccolo Principe fu dissetato.
Durante la sera il Piccolo Principe si mise a parlare di nascosto con il serpente, discutendo se il luogo in cui era atterrato era quello oppure no. Il pilota, che sentì quelle parole, intuì quello che a breve sarebbe successo, e così fece scappare il serpente.
Più tardi il pilota chiese al Principe se era uno scherzo, oppure se quella storia dell’appuntamento con il Serpente era realtà. Il Piccolo Principe rispose che aveva paura, ma che la sera ne avrebbe avuta ancora di più. Poi, il ragazzo fece un regalo al pilota: gli regalò le stelle, o meglio, gli regalò le stelle e la sua risata. Ogni volta che il pilota avrebbe guardato le stelle avrebbe sentito ridere il Piccolo Principe, e avrebbe sorriso anche lui, ripensando al suo piccolo amico. E quella sera il Piccolo Principe cadde senza vita sulla sabbia.
Sono passati sei anni dall’incidente, e il pilota d’aerei non smette mai di pensare al Piccolo Principe. Si domanda spesso come sta e come sta la sua Rosa. E si ricorda sempre di guardare con il cuore, perchè l’essenziale è invisibile agli occhi.
Mi sono piaciuti molto i momenti in cui la Volpe e il Piccolo Principe si sono conosciuti e salutati, ma il mio momento preferito in assoluto è stato quando la Volpe ha svelato il suo segreto: “non si vede bene che col cuore, l’essenziale è invisibile agli occhi”. Mi piace il rapporto che hanno avuto questi due personaggi, perchè entrambi sono riusciti ad imparare qualcosa dall’altro.
Credo che l’autore voglia invitare i lettori a cercare e a trovare le cose essenziali per la propria felicità e di provare ad essere essenziali per la felicità di qualcun altro.
Devo ammettere che questo libro mi ha molto affascinato. Mi ha affascinato soprattutto la storia del Piccolo Principe, di come alla fine sia riuscito a tornare a casa sua, e delle stelle che ha regalato al pilota d’aerei, nonostante questi ultimi due momenti siano quasi commoventi.

Laura Rubino 1H…quasi 2H 😊