In rotta verso Salutis – Racconto

Era un giorno speciale per gli studenti più eccellenti del mondo che avevano ottenuto un posto nell’equipaggio della prima navicella in viaggio verso il pianeta ”Salutis” che avrebbe portato alla salvezza perché la Terra era in grande pericolo e nessun essere umano sarebbe riuscito a salvarla. Era una grande prova di coraggio. Harry era pronto a partire. I disastrosi terremoti che giorno dopo giorno colpivano la Terra si erano portati via la sua famiglia. E il suo desiderio al momento era solo partire e lasciarsi il suo passato alle spalle. Sarebbe servito nell’equipaggio perché non c’era niente che lui non potesse aggiustare. Alexa si era laureata con il massimo dei voti a una delle università più prestigiose del mondo. Era stata vittima di un gravissimo incidente quando aveva 6 anni ed era l’unica superstite della sua famiglia. L’incidente le aveva causato la perdita delle gambe. Crescendo in orfanotrofio si sentiva imprigionata dalla sua carrozzina mentre gli altri bambini giocavano. Fin da piccola si era dedicata agli studi, fino a raggiungere l’università grazie a una borsa di studio. Dopo il diploma aveva progettato le sue gambe in carbonio che le consentivano di correre molto velocemente, il riscatto di quando era piccola. Questo le aveva permesso di essere tra le prescelte per il viaggio. Noah era un giovane teenager che aveva già finito i suoi studi da scienziato, ai quali aveva dedicato tutta la sua breve vita; era spaventato dal mondo anche se lo conosceva a fondo, inoltre era incerto del suo futuro e del suo passato che i genitori adottivi avevano cercato di insabbiare. La sua era una fuga per cambiare, decisamente, aria. E il suo desiderio al momento era solo partire e lasciarsi il suo passato alle spalle. Emily aveva intensione di partire, con lei sua sorella gemella Lisa. Le due sorelle erano identiche e decisamente diverse ma erano una coppia vincente perché si completavano perfettamente, infatti riuscivano ad inventare ingegni di ogni tipo come quello in grado di teletrasportare i corpi, anche se per ora era stato testato solo su cavie animali che erano morte. Jacob era un giovane di trent’anni che nella sua vita si era concentrato sullo spazio e stando con il naso all’insù non si era mai fidanzato ma era contento ugualmente perché considerava lo spazio la sua casa. Infine c’erano due cugini, Nick e Katie: Nick era il più grande ed era un eccellente pilota di aerei militari, il meglio che ci potesse essere in giro, quindi non avrebbe avuto difficoltà ad adattarsi a una navicella spaziale; Katie invece era un’eccellente medico-chirurgo e veniva contattata dai più prestigiosi ospedali per svolgere interventi che altri avrebbero considerato impossibili. Nel complesso era un team eccellente: tutti avevano delle abilità fuori dal normale, avevano menti grandiose che riuscivano a risolvere qualsiasi problema e insieme sarebbero riusciti a portare a termine la missione e ad arrivare al loro obiettivo.
L’equipaggio si imbarcò sull’astronave che era stata costruita in cinque anni studiando tutti gli spazi nei minimi dettagli. Era in grado di resistere a temperature elevatissime e all’interno era grandissima: c’era un orto (invenzione che era stata creata appositamente per il lungo viaggio), un campo d’atletica, una palestra per tenere gli astronauti allenati e una piscina olimpionica.
3… 2… 1 e l’astronave venne lanciata verso un nuovo orizzonte.
L’astronave lasciò la Terra, il Sistema solare, quindi la Via Lattea; quando fecero il salto nell’iperspazio si ritrovarono in una parte quasi completamente sconosciuta del cosmo e davanti a loro c’era una flotta di navicelle, quasi come se fossero a conoscenza del loro arrivo. Nick, che stava pilotando la navicella, appena si accorse del pericolo che avrebbe presentato la perquisizione dell’astronave da parte di quegli esseri ignoti radunò i compagni per cercare di prendere la decisione più saggia. Alexa corse per tutta l’astronave per radunare tutti e nel giro di pochi minuti si ritrovarono nella sala controlli a discutere. Dopo lunghe riflessioni Emily e Lisa ebbero un’illuminazione: si ricordarono che avevano progettato la schermatura completa dell’astronave che avrebbe potuto renderla invisibile agli occhi dei nemici, un’opzione più drastica sennò sarebbe stata quella del teletrasporto. Nick era impaurito e si ricordò di avere già provato la stessa sensazione alla prima esercitazione sull’astronave, quando ancora non era stato scelto e doveva dimostrare quello che valeva per ottenere una tuta da astronauta: per portare a termine l’esercitazione avrebbe dovuto effettuare un decollo in verticale (semplice per gli elicotteri ma non per le astronavi di una certa portata), era riuscito ad effettuarla una sola volta, quella buona per ottenere il posto sull’equipaggio, e ora avrebbe dovuto salvare i suoi compagni oltre a se stesso, quindi la pressione era tanta.
Allacciarono le cinture e decollarono sfrecciando in quello strano universo pieno di pianeti con forme strane. Avevano ormai seminato le navicelle aliene quando davanti a loro si verificò un fenomeno sorprendente: la formazione di una stella. Rimasero tutti a bocca aperta ma soprattutto Jacob, che era sempre rimasto affascinato da questo fenomeno ma non ne aveva mai visto uno da così vicino: gli parve di provare la stessa sensazione di quando era andato per la prima volta all’osservatorio con i suoi nonni, a cui era molto affezionato e con cui passava la maggior parte del suo tempo perché i genitori erano spesso in giro per lavoro. Era stato da subito amore a prima vista con il mega telescopio con cui vide per la prima volta la Luna!
Ed eccolo là il pianeta dietro la stella! Rimasero ad osservarlo per 24 ore e capirono subito che aveva lo stesso moto di rotazione della Terra e che girava intorno a un sole: sì, quello strano pianeta sembrava assomigliare davvero alla Terra. Non era proprio come se lo erano immaginato perché da come lo descrivevano gli scienziati era molto diverso dalla Terra, invece, almeno da quello che avevano potuto osservare, era inquietante la somiglianza con la Terra. Decisero di entrare nell’orbita del pianeta e studiarlo una volta atterrati. Sul pianeta, come previsto, c’era ossigeno e non sarebbero servite le bombole. La prima a camminare su quel suolo fu Alexa, che in caso di pericolo si sarebbe riuscita a salvare grazie alla sua velocità, poi scese Noah che fece degli accertamenti sul suolo e si accorse che qualcosa non andava ma nel frattempo Emily e Lisa avevano fatto un’interessante scoperta: il pianeta era abitato da creature simili a dinosauri. Anche Jacob scese dall’astronave e si mise a guardare il cielo, stava pensando alla vista delle stelle dalla finestra della sua camera quando si accorse che un pallino si dirigeva verso “Salutis” e che piano piano si ingrandiva e si avvicinava, non fece in tempo ad avvertire gli altri che Noah urlò: “Un meteorite!”
Corsero sull’astronave, che decollò e nel giro di pochi minuti erano fuori dall’orbita di “Salutis”, che sarebbe dovuta essere la loro salvezza. L’equipaggio osservò l’esplosione: dei dinosauri presenti sul pianeta probabilmente non ne sarebbe sopravvissuto neanche uno e questo fece capire all’equipaggio che il loro salto nello spazio non era stato solo spaziale ma anche temporale e che non sapevano dove erano né in che anno erano. Ora avrebbero potuto riscrivere la storia sul nuovo pianeta “Salutis” o per meglio dire la Terra qualche millennio prima.
Ilaria / Scuola Secondaria di primo grado Puccini di Firenze