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Convivere con il virus e preservare la nostra istruzione, nessuno ha chiesto l’opinione di noi studenti.

In questi giorni spesso al telegiornale ho sentito dire: “non si sa come i bambini e i ragazzi inizieranno l’anno scolastico”, in effetti noi studenti, che siamo i diretti interessati, sappiamo poco se non nulla sulle misure covid che le scuole adotteranno. L’unica informazione certa che ci è stata fornita è la data nazionale dell’inizio della scuola, ovvero il 14 settembre.

La vera domanda che ci poniamo però, non è quando inizierà l’anno scolastico, no, è come.

Un giorno si parla di banchi con le rotelle, il giorno dopo questa teoria è messa in ombra da una nuova ipotesi, ad esempio: settimane alternate, una parte della classe dovrebbe andare in presenza per una settimana, e il resto online, e viceversa. Si è parlato di lezioni all’aperto, una teoria che andrebbe bene per massimo due mesi, considerando che noi studenti non possiamo studiare fuori dalle strutture d’inverno, anche perché questo potrebbe incidere sullo stato di salute degli alunni, e anche dei docenti.

Ad oggi si parla di banchi singoli, ma nessuno si è chiesto cosa effettivamente sarebbe meglio per noi. Io inizierò il primo liceo quest’anno, e quando parlo con le mie coetanee, non possiamo fare altro se non sdrammatizzare. Quando era in circolo la teoria dei banchi con le rotelle, sapevamo che non sarebbero stati questi a mantenere le distanze tra gli studenti, addirittura sui social si vedevano post ironici che parlavano di autoscontri tra alunni.

Sappiamo sicuramente che prima di andare a scuola i nostri genitori dovranno misurarci la temperatura corporea, una persona con la temperatura più alta di 37,5° non potrà accedere alla struttura scolastica.

L’idea era inizialmente quella di iniziare la scuola alle 7 del mattino- ipotesi subito smentita- e di accorciare le lezioni a 40/45 minuti, inoltre era stato proposto di mandare gli alunni a scuola anche di sabato. Si è detto anche che il Governo distribuirà mascherine e gel alle scuole difatti il rifornimento sembra essere iniziato il 27 agosto.

Alcune scuole assicurano la disponibilità di un’infermeria creata appositamente per gli alunni che mostreranno sintomi da covid. Riguardo a questa precauzione mi chiedo cosa accadrà quando avremo una banale tosse, o una banale influenza? Di questo sono un po’ preoccupata, e chissà come gli adulti di riferimento, come presidi, o docenti gestiranno la cosa. Per ora questo resta un grosso punto interrogativo.

Quando uno studente dovrà passare in aree comuni come ad esempio il corridoio della classe, dovrà indossare la mascherina preferibilmente chirurgica.

L’unica cosa che noi studenti vorremmo però, è la scuola, quella della quale prima ci lamentavamo, quella dove incontravi amici e nemici, ad oggi mancano anche quelli. Le lezioni online hanno abbassato la media a molti studenti che conosco, me compresa, perché? Perché le piattaforme funzionavano 4 giorni su 5, quindi le lezioni erano spesso interrotte e perché ai professori a volte non arrivavano i compiti che gli studenti consegnavano, ed altre cose, per tale ragione scongiuriamo il ritorno alla didattica a distanza.

Io e le mie amiche siamo impaurite, abbiamo appena terminato un importante ciclo scolastico a fatica, e non vogliamo trovarci nella stessa situazione adesso che affronteremo l’inizio di un ciclo ancora più importante.

Il virus purtroppo è in circolazione, noi non possiamo evitarlo, ma dobbiamo imparare a conviverci, e di certo non saranno i banchi singoli a tenere a distanza noi ragazzi, non saranno di certo quelli a fermare la nostra voglia di un contatto umano, che non abbiamo da mesi.

Noi ragazzi sappiamo di stare in un periodo di emergenza, ma può essere la nostra istruzione compromessa per questo? A nostro avviso no.

Germana Sofia Ramirez Arostica