Babbo Natale ha l’influenza

In una fantastica giornata, io, Pietro, mi svegliai e, rendendomi conto che stava per giungere il Natale, andai dai miei genitori ed esclamai: “Mamma, papà, oggi è il 19 dicembre e devo assolutamente scrivere la letterina per Babbo Natale, subito, prima che sia troppo tardi!”

E così cominciai a scrivere:

“Caro Babbo Natale, quest’anno mi piacerebbe chiederti alcuni regali…”

Proprio mentre stavo proseguendo con le mie richieste, ecco che squillò il telefono, DRIIIIN DRIIIIN…  Esclamai: “Chi sarà mai a quest’ora del pomeriggio?”, poi mi precipitai subito per rispondere: “Sì, pronto, chi parla?”

“Sono Babbo Natale, oh oh…”, ma proprio mentre stava continuando con la sua tipica risata, si interruppe con uno starnuto: “e-e-e-ciuuuuuu!” 

Non credevo alle mie orecchie: era proprio lui, Babbo Natale, che mi stava parlando al telefono. Capii subito che era lui, non dubitai per nulla, la sua voce era inconfondibile. Gli risposi subito: “Cavoli che brutto raffreddore che ti sei preso. Tutto bene, Babbo Natale?”

“No, per niente” mi disse, “ti chiamavo proprio per chiederti una cosa. Devi aiutarmi assolutamente, non so proprio come fare a portare tutti i doni. Io sono molto ammalato e quest’anno sarai proprio tu a consegnarli al mio posto. Come hai detto che ti chiami? oh oh… e-e-e-ciuuuuuu. Ohi ohi, sono messo proprio male”. 

“Mi chiamo Pietro”. 

“Sarai tu, PIETRO NATALE, a consegnare i regali!” 

Non mi sembrava vero e per un attimo ho temuto fosse uno scherzo, ma quella voce, quella voce così… come dire, inconfondibile, non mi faceva dubitare e risposi abbastanza sbalordito:

“Come?! Io?! E perché?” e di nuovo lui, Babbo Natale, mi disse: 

“Sì, sei stato scelto proprio tu. I miei Elfi mi hanno riferito che ti sei comportato molto bene quest’anno e perciò, vedendomi costretto a cercare un mio sostituto, ho voluto premiarti. Ciao, Pietro Natale, buona fortunaaaaaaaa” e terminò la conversazione, TU-TU-TUUUUUUUU, il suono del telefono. Provai a dir qualcosa: “NO, BABBO NATALE, ASPETTAAA!” ma nulla, la conversazione era terminata.

“Noooooo, ha riagganciato!” Incominciai a preoccuparmi: “Ora come farò, dovrò fare tutto io, oh mamma, aiutooooo”.

Ed ecco che ebbe inizio l’era di Pietro Natale.

Terminata la conversazione, pensai che era ormai il 23 dicembre e che, quindi, mi sarei dovuto rimboccare le maniche, altrimenti i bambini non avrebbero potuto ricevere i doni, non avrebbero mai più creduto alla magia del Natale. E come tutti i Babbi Natale, anche io ebbi il mio aiutante di fiducia, elfo Diego, ah, guai se non ci fosse stato…! Lo chiamai subito all’opera: “Ehi, Diego, i regali sono pronti?”

Immediatamente comparve e mi disse che era tutto pronto per essere consegnato.

Ce la farà Pietro Natale a portare a termine questa grande missione? Scopriamolo insieme. 

Preso dall’agitazione, esclamai: “Urca, sono in ritardo con la consegna, dai, Diego, forza, dammi una mano! Rudolf, come stai? Tutto bene? Mangia queste barrette energetiche mentre consegniamo i regali, hai bisogno di energie la notte è lunga, oh oh oh! Eccoci arrivati nella prima casa. Ragazzi, lui è Francesco ed ha chiesto un lego di Iron-Man, ok, ecco a te!”. E dopo tante consegne, una dopo l’altra, capii che non era per niente facile fare Babbo Natale (Pietro Natale). Nonostante le difficoltà, riuscii comunque a terminare tutte le consegne. 

“Aaaaah, finalmente un po’ di relax”. Feci un salto dalla poltrona: “Nooooo, ho dimenticato Pepe, il ragazzo del Portogallo. Diego, lui cosa aveva chiesto?… Ah, già, voleva che ritornassero insieme i suoi genitori e che la sua famiglia ritornasse a brillare come un tempo. Aspetta un attimo, ma io non posso fare questo! Dovrò riuscire a parlare con i suoi genitori.” 

Dopo una lunga chiacchierata con i due genitori… in effetti capivo il desiderio di Pepe. I suoi genitori erano ancora innamorati l’uno dell’altro, ma purtroppo erano molto orgogliosi e nessuno dei due voleva fare il primo passo.

“Ahimè, non sono riuscito a far avverare il suo desiderio”. Ad un tratto però mi venne un’idea: “Ricorderò loro la magia del Natale!” 

I genitori di Pepe, quei testardi, non accettarono di tornare insieme, ma Pietro Natale non si era dato per sconfitto. 

Ebbi un lampo di genio, l’ultimo tentativo. Questo non poteva fallire. Cosparsi la loro casa con la polvere magica del Polo Nord, “la casa di Babbo Natale”. Lo feci e, come previsto, tornarono insieme, dimenticando tutti i vecchi rancori. 

Per la prima volta, Pietro Natale esaudì ogni richiesta, di ogni bambino: “Buon Nataleeeeeeee a tutti!” 

Diego: “Evviva Pietro Natale, siamo stati grandi!”

Pietro Ciriello e Diego Passaretti, I F