Jari Jones: promotrice del body positive:

C’è sempre una componente soggettiva nelle leggi dell’attrazione… Basti pensare all’evoluzione dei canoni di bellezza negli anni: dai corpi a clessidra dei primi del Novecento, a quelli curvy degli anni Cinquanta, fino ai fisici più androgini dei Sixties. In un’epoca in cui tutto ciò che viene proposto è all’insegna della bellezza irraggiungibile ed utopica, il movimento “body positive” ha dato una voce a tutti i corpi non glorificati dalla società, sia maschili che femminili.

Questo termine nasce tra il 2010 e il 2011, per merito di alcune donne attiviste “oversize”, che hanno cominciato a postare dei contenuti sui social media con l’hashtag #BodyPositivity, dedicato a chi ha un corpo che non rientra nei canoni predefiniti dagli standard di bellezza contemporanei. I fondatori e gli attivisti del movimento body positive, utilizzano i social media, spesso promotori di questi canoni irrealistici. Spalancano le porte anche ad altri, come persone di colore, con disabilità, trans e chiunque non venisse rappresentato sulle copertine delle riviste, nei film, in TV o sui manifesti.

Ne è una prova Jari Jones, la prima modella nera, oversize e transessuale scelta da Calvin Klein. “Spero che vedano se stesse più chiaramente che mai e si rendano conto che sono degne di celebrazione, compassione, amore e gratitudine”, scrive Jari Jones in un lungo post su Instagram. Questo movimento ha segnato la decisione collettiva di autoproclamarsi, di dire “Io esisto, ed è importante ricordare che ogni corpo, che sia conforme o meno, in salute o meno, è degno di essere rispettato e amato.”

di Laura Fiore