I Golden State Warriors della stagione 2017- 18 sono senza dubbio la miglior rosa ad aver calcato il parquet di un campo da basket.
Il traditore
Il giocatore emblematico e fondamentale di questa mini dinastia (2 titoli all’attivo) è senza dubbio Kevin Durant, saturo di sconfitte al secondo turno in quel di Oklahoma approda nella baia ancora scossa dal tremendo upset contro Cleveland dell’anno precedente. Il 2 volte Mvp ci mette poco ad ambientarsi in un sistema già così oliato che nelle due stagioni titolate guiderà al Naismith Trophy da semi imbattuti.
Gli splash brothers
All’Unicorno di Washington si aggiungono senza dubbio i due migliori tiratori della storia del basket Wardell Stephen Curry e il mite Klay Thompson, un duo di una completezza offensiva devastante che vanno a formare con Kevin Durant ciò che oltreoceano è noto come il “3 headed goat”.
A quello che, statistiche alla mano, è il miglior trio offensivo della storia, si aggiungono poi comprimari di spessore, come l’ineluttabile sesto uomo Andre Iguodala, il talentuoso what if Shaun Livingston, il tutto condito da solidi veterani David West su tutti e il ministro della difesa chiaccherone Draymond Green.
Una super potenza così talentuosa ha scarse possibilità di ripetersi, un agglomerato di talento e grind mentality allenata poi dal jacksoniano per eccellenza Steve Kerr, il quale togliendosi il prosciutto dagli occhi ha confermato la superiorità di quest’ultima su quella ritenuta da tutti inarrivabile, i Bulls del 96 guidati dal goat, colui denominato da noi comuni mortali ”MJ” Micheal Jeffrey Jordan.
Ernic Pellegrinotti
