METTERSI AL FIANCO DELL’ALTRO

Ogni forma di violenza e di prevaricazione nasce dall’ignoranza. L’ignorante non è solo l’ inconsapevole o il “non istruito”, l’ignorante (dal latino ignorans -antis, part. pres. di  ignorare «ignorare»). L’ignorante è anche colui che ignora, che non vuole guardare in faccia la realtà. L’ignorante non vuole capire che il dolore e la rabbia, innescati dentro per qualsiasi motivo, non possono essere eliminati con altrettanto odio, anzi; questo può solo generarne il doppio.

Una critica e un insulto a primo impatto recano soddisfazione. Tuttavia non placano il disturbo, lo amplificano smascherandolo, visto che indirettamente appare visibile anche agli altri. I ragazzi che ragionano in tal maniera, sfruttano la propria intelligenza; essa è un’arma a doppio taglio, potentissima e, se la si usa nel modo sbagliato, si finisce col sprecarla.

La scuola aiuta i giovani, ad aprire gli occhi, a mettere in moto la mente. Così si da’ la vita ad idee condizionate da ciò che i giovani studiano, dalle parole che ascoltano, dalle capacità che sviluppano… Agli insegnanti non interessa più di tanto verificare negli studenti la conoscenza di determinate nozioni: quelle le possono trovare ovunque. Testare le competenze, osservare il modo in cui i ragazzi ragionano e si approcciano allo studio, questo è il loro compito. Perchè quelle stesse modalità saranno usate anche al di fuori del contesto scolastico.

Quello che accade sul web ne è la dimostrazione. I ragazzi agiscono in base a come riflettono e come si pongono di fronte alle circostanze. Il mondo crudele nato su Internet, principalmente attraverso i social, deriva da una mancata acquisizione del concetto di rispetto. Ovvero un problema di fondo che induce a guardare l’altro con occhi differenti. Perciò attaccabile e, in quel modo, si è i primi a diventare automaticamente diversi. Oggi è ormai ritenuto scontato, ma non è umano prendersela con chi è più debole. Solo perchè delle persone appaiono timide o meno forti, non vuol dire con certezza che lo siano. È inconcepibile l’idea di dirigere insulti verso chi reputiamo diverso; lo sbaglio sta proprio nel fatto di avere pensieri del genere.

Tra le vittime troviamo sicuramente ragazzi con disturbi fisici o mentali perchè sono identificati come strani, quando invece sono puramente speciali. Hanno un mondo immenso da regalarti, guardano ma per guardarti veramente, con sguardo profondo. Provano sentimenti nella maniera più sincera che ci possa essere, perchè li vivono nella loro semplicità, unica e vera. Hanno tanto da donare ed, entrando in contatto con loro, è più quello che si riceve che quello che si da. Bisogna solo essere in grado di cogliere la vera bellezza e soprattutto percepirla al primo impatto.

Il ruolo della scuola è quello di educare al rispetto. Insegnare ad usarlo come fondamento per forgiare una cultura che porti a scegliere il giusto agire. Cultura che porta a ragionare con una mente aperta anche al di fuori di essa. Sul web gli haters si divertono, ci prendono gusto ad accanirsi su gli altri. Parla per loro la loro ignoranza. In una società  come la nostra, è inaccettabile dover fronteggiare, ancora, concezioni di persone il cui dissidio interiore è dominato dal sentimento della rabbia che prevale e toglie spazio alla ragione.

La scuola forma prima di tutto le persone. L’interazione e il rapporto con l’altro studente permettono ai giovani di considerarsi parte di uno stesso gruppo. Insegnano a rispettare, nella diversità, chi ne fa parte. Solo facendo conoscere le conseguenze, le reazioni conseguenti ai propri comportamenti, si può far aprire gli occhi e rivalutare ciò che si è giudicato nel modo sbagliato.

Basta odio! Non abbattete i pregiudizi, piuttosto superateli! Trasformiamo questi muri di convinzioni in barriere d’amore! Bisogna arrivare al cuore dei ragazzi, affichè questi possano essere in grado di mettersi al fianco dell’altro.

Melissa Arnone, III C