I social network fanno bene?

Di Valentina Riva

Cosa sono i social network? A cosa servono i social network? Come si usano i social network? Rispondere a queste tre semplici domande potrebbe essere alquanto scontato per i più giovani. Per chi invece è un po’ più avanti con l’età, dare una risposta a queste tre comuni domande potrebbe non essere altrettanto facile.

Sono soprattutto i giovani, i «nativi tecnologici», ad essere maggiormente investiti da questa ondata tecnologica e social, tanto da portare a forti forme di dipendenza, che hanno fatto nascere un nuovo gruppo di patologie riconosciute dalla neuropsicologia: le cyber-dipendenze. Sempre più giovani si approcciano a questo mondo perdendo il contatto con la realtà, cercando di imitare i propri influencer di riferimento, soffrendo di complessi di inferiorità vedendo un mondo sempre bello ed ovattato, così come postato sui social da queste figure di riferimento che per vendere la loro immagine si mostrano in forma, ritoccate, agghindate, sorridenti, in posti paradisiaci, felici. Secondo alcuni psicologi tutto ciò ha una forte influenza negativa sulla psiche umana dei soggetti che aprono i social e vengono travolti da tutte queste immagini che vanno a scavare nel loro subconscio una sorta di latente depressione in risposta al messaggio «tutti riescono ad essere felici, perché io no?». Ma, come detto prima, dov’è la tanto dibattuta privacy?

Sembra che in maniera inconsapevole noi andiamo a regalare ai nostri «sorveglianti», in maniera gratuita, i nostri dati, le nostre posizioni, i nostri gusti, le nostre idee. Il tutto viene poi utilizzato dalle grandi case per pubblicizzare e proporci ciò che noi stessi gli abbiamo suggerito, il tutto in un circolo vizioso infinito. Una globale uniformazione che segue una moda ben precisa, momentanea e volubile, come la rete.Infine, bisogna fare un discorso sulle potenzialità stesse dei social, capaci di condurre sul patibolo o mettere sotto la luce dei riflettori le persone, in un certo senso cambiando l’esistenza di queste stesse e portandole anche a compiere gesti estremi: come non ricordare il caso della ragazza suicidatasi per i video hard che si erano diffusi sul suo conto pochi mesi prima? Purtroppo la perdita della privacy, il mettersi a nudo su questi social può esporre al pubblico ludibrio: non tutti quelli che hanno accesso a questo mondo sono dotati della necessaria sensibilità, maturità e capacità di rapportarsi col prossimo e possono generare, anche solo per scherzo e nemmeno rendendosi conto di ciò che fanno, un labirinto per queste «vittime del web», da cui spesso è impossibile uscirne.