I fiori di Sanremo e le disparità di genere

Di Sara Spandrio

Negli scorsi giorni si è svolta la settantunesima edizione del festival di Sanremo. In un periodo difficile come questo le critiche sul festival sono state molteplici: troppi sfarzi per una situazione così delicata, uno spreco di soldi che potevano essere spesi nel campo della sanità e così via. Una tra tutte ha provocato una reazione nelle femministe e anche nei partecipanti in gara.

Infatti, come ogni anno, dopo le esibizioni dei concorrenti  o gli interventi degli ospiti, sono stati loro consegnati i fiori di Sanremo, ma non a tutti, solo alle donne. A differenza delle scorse edizioni, però, questo gesto non è passato inosservato; sono stati molti a ritenete che fosse simbolo di una società ancora troppo sessista. Sicuramente non è il bouquet in sé ad essere il problema, ma il significato che sta alle sue spalle, un po’ come la punta dell’iceberg della disparità di genere.

In una società che per molti aspetti sta superando delle barriere imposte nel passato, perché rimanere aggrappati all’idea di disparità? perché semplicemente non trattare uomini e donne alla stessa maniera, anche in piccoli gesti come questo? Anche i concorrenti si sono posti queste domande e hanno riposto agendo; infatti Francesca Michelin ha regalato i fiori al suo compagno Fedez, Victoria dei Maneskin lo ha consegnato a Manuel Agnelli e così via. Così facendo hanno denunciato, in modo sottile e garbato, un gesto che nel 2021 dovrebbe essere visto come fuori luogo e retrogrado.