IL LATINO CHE ANCORA PARLIAMO: 10 ESEMPI TRA I PIÙ USATI

Di Giacomo Mario Menegola

Ancora oggi usiamo alcune parole od espressioni che dal Latino all’Italiano sono passate con poche o senza variazioni. Eccone dieci tra le più usate: salve, bis, gratis, alibi, magno, album, internet, monitor, mutande, grazie.

Salve è forse la parola che nel corso del tempo è cambiata meno, sia per forma sia per significato: in Latino, infatti, era un imperativo, usato per salutare al pari di un altro verbo, “vale”, che, però, è caduto in disuso, ed il suo significato era, come oggi in Italiano, quello di “sta’ bene!” o “sta’ in salute!”.

Bis in Latino significava letteralmente “due volte”, come tris, invece, “tre volte”, ed era un avverbio: in Italiano entrambi sono divenuti sostantivi e sono generalmente utilizzati per indicare qualcosa che viene ripetuto per due o tre volte rispettivamente. Esempi di questo utilizzo sono le espressioni “fare il bis di”, ed anche “(un) tris di”, quest’ultima utilizzata spesso in nomi di piatti contenenti tre parti uguali.

Gratis oggi è avverbio ed aggettivo e significa ”per cui non si deve pagare”, mentre in Latino era la forma ablativa plurale del sostantivo gratia, avente un significato che oscillava tra “grazia”, “concordia”, “favore” e “gratitudine”: il significato, perciò, passò da “per il favore” o “per la benevolenza” di chi prestava il servizio o vendeva, che quindi non faceva pagare il cliente, a ciò che significa ancora oggi.

Alibi è un sostantivo, col significato di “prova del non essere coinvolti”, generalmente in un crimine, poiché si è altrove, ed è ripreso direttamente dal Latino, in cui, però, era un avverbio ed aveva il significato di “altrove”: la trasformazione è, quindi, simile a quella di gratis: poiché una persona che è altrove al momento del crimine non può averlo commesso- e, perciò, si direbbe oggi “ha un alibi”-, alibi è passato ad indicare la prove di tale fatto.

Magno è un titolo dato nell’onomastica italiana a personaggi storici di grande ed indiscutibile importanza. Deriva dal Latino magnus col significato di “grande” ed è un vocabolo italiano, ma per la rarità del suo utilizzo è stato incluso in questa lista. I due esempi più famosi di personaggi storici a portare questo titolo sono Alessandro Magno e Carlo Magno: l’importanza di entrambi è data dalla grandezza dei loro imperi e del numero delle loro conquiste e dalle rivoluzioni amministrative e culturali che essi apportarono.

Album è un sostantivo che indica un qualunque libro rilegato e non stampato, utilizzato per raccolte di vario genere (per esempio di fotografie, di disegni, di francobolli, ecc.), derivato dalla forma neutra del Latino albus, “bianco”, attraverso l’uso nel Tedesco del XVIII secolo dell’espressione album amicorum, indicante un quaderno rilegato in cui si raccoglievano le firme di amici e conoscenti. Il termine indica oggi, come indicava allora, il fatto che il libro non fosse stampato e, perciò, “bianco” e dovesse essere riempito.

Internet, derivato dall’Inglese, ha, in realtà, un’origine latina: il termine è, infatti, composto dalle parole latine inter, preposizione che significava “tra”, e netus, che significava “tessuto”, con la perdita della desinenza di genere tipica della lingua Inglese. Il termine significa, perciò, “interconnessione”, il che spiega il fatto che venga chiamato anche “la Rete” in Italiano e “the Web” in Inglese, che significa, appunto, rete.

Monitor, come Internet derivato dall’Inglese, ha origine nel Latino monitor, “colui che ammonisce”. Da questo significato, con lo sviluppo delle nuove tecnologie, il termine è passato ad indicare qualsiasi apparecchiatura che consenta il controllo immediato dell’andamento di una trasmissione, che “ammonisca” sull’andamento di una trasmissione, come lo schermo televisivo o quello del computer, entrambi monitor.

Mutande è il plurale del sostantivo Italiano mutanda, oggi alquanto desueto, ed è derivato dal Latino mutanda, forma femminile del gerundivo del verbo Latino muto, “mutare”, “cambiare”. Il termine si è evoluto nel corso dei secoli per indicare il capo di biancheria intima, che, in tempi in cui non era comune potersi lavare frequentemente, per ovviare al problema si cambiava molto spesso: infatti il significato letterale del termine Latino è “ciò che bisogna cambiare” o “ciò che deve essere cambiato”, ed è rimasto alle mutande come testimonianza di tempi più poveri e meno igienici di quelli odierni (non che oggi non serva cambiarle).

Infine, grazie, come gratis, deriva dal Latino gratia, in questo caso nella sua forma nominativa o vocativa plurale. Ciò equivaleva semplicemente al plurale del termine Italiano grazia ed è, appunto, questa la funzione dell’espressione: augurare al destinatario del ringraziamento di avere o ricevere molte grazie, in senso religioso, superstizioso, e perciò, augurargli bene.

In conclusione, si può dire che nella lingua italiana tuttora rimangono echi dell’antenata latina e che molti, pur non sapendolo, sono abituati ad utilizzare elementi di quella lingua che sembra così lontana dalla nostra, ma, in realtà, è ancora viva nel linguaggio di tutti i giorni.