J’accuse…!

Permettetemi, rappresentanti tutti dell’odierna classe politica, di esprimere con vigore lo sdegno che nutro nei vostri confronti. Voglio, tuttavia, rassicurarvi in queste prime righe: conserverete i vostri scranni e la vostra tanto agognata popolarità. Non risolleverò gli innumerevoli scandali che gravitano attorno ad ogni partito; non mi soffermerò su come abbiate trasformato le sedute parlamentari, luogo per eccellenza di confronto e scambio, in risse verbali prive di contenuto, degne delle bettole toscane descritte da Machiavelli; non contesterò le vostre laute retribuzioni. Perchè una macchia ben più grave infanga la vostra immagine.

Destatevi dal torpore in cui siete assorti: la strategia della noncuranza ha fallito. Vi siete indebitamente serviti dei sondaggi per celare la vostra crescente preoccupazione dietro una labile cortina di fumo; siete fuggiti dalle vostre responsabilità, spacciando tutto come “morto e sepolto”; vi siete nascosti dietro post sui social, alla cui iniziale indignazione mai avete fatto seguire azioni concrete; avete infine zittito coloro che hanno tentato di risollevare la questione, tacciandoli di “terrorismo mediatico”, e ricoperto di infamia centri sociali.

Come loro hanno osato dirlo, oserò anche io: l’ideologia fascista è stata tutt’altro che eradicata. “Ideologia”, come l’avete, troppo spesso, derubricata: non soppressione totalitaria dell’io e del libero arbitrio. A nulla servono gli appellativi infamanti con cui vi fate riferimento: avete contribuito, incoscientemente, a legittimarla. E vi darò un’ulteriore ultima notizia: non sopravvive unicamente nell’animo di fanatici e nostalgici. Il virus nero, subdolo, opportunista, mai estinto, prosegue ancora, imperterrito, nella sua opera di contagio. Corre veloce nelle centinaia di pagine create appositamente sul web, si espande a macchia d’olio tra le migliaia di dimenticati da istituzioni colpevolmente assenti, si nutre quotidianamente del loro malcontento, portando i propri seguaci a covare nella propria mente odio e desiderio violento di riscatto.

Razzisti, antisemiti, xenofobi, omofobi: eccoli, a testa alta e petto in fuori, i “fascisti del terzo millennio”, come orgogliosamente hanno avuto l’ardire di definirsi. A lungo ho sperato in risposte concrete: mi sono, evidentemente illuso. Nel castello di carte di cui si compone la realtà in cui siete inseriti, il problema risiede nei punti percentuali necessari per il superamento della soglia di sbarramento, non certo nel come sconfessare, con fermezza e decisione, la deriva estremista verso cui si procede ad ampie falcate, incentivata, senza remore alcuna, da esponenti di spicco del fatiscente attuale panorama politico, pronti a saltare sul carro dei vincitori e cavalcarne la travolgente onda. A fare ancora più male, tuttavia, è la passività di voi, voi che vi proclamate antifascisti; che commemorate commossi il 25 aprile; che cantate con fierezza “Bella Ciao” nelle pubbliche manifestazioni: avete abbandonato il campo senza combattere, sconfitti con disonore dai proclami di “libertà di espressione” provenienti da coloro che, al potere, la sopprimerebbero davvero, senza indugiare. La Costituzione è arma a voi favorevole: non vi siete mostrati in grado di maneggiarla.

Nelle case, per le strade, negli uffici e nelle piazze si è tornati a respirare un clima differente: all’ossigeno si mescolano le spore velenose, frutto del vostro disastroso operato. L’Europa presto volterà i suoi mesti occhi verso noi, ma non per complimentarsi per l’iniziale gestione di un’ulteriore pandemia, anch’essa, stranamente, oramai fuori controllo. Ma come ho affermato inizialmente, dormite sonni tranquilli. Non è ancora giunto il momento per un ragionevole turbamento. 

Articolo di Torri Martino