Recensione dell’album Astroworld di Travis Scott

Astroworld è il terzo album in studio del famoso rapper di Houston, Jacques Berman Webster, in arte Travis Scott. Inizialmente il titolo del progetto viene annunciato nel 2016 e la sua data di pubblicazione era prevista per il 2017, data che non verrà rispettata poiché verrà pubblicato il 3 agosto 2018; il titolo del disco prende il nome del parco a tema (ormai chiuso) Six Flags AstroWorld situato a Houston, in Texas, città nativa del rapper. Il prodotto è frutto di un lavoro di ben tre anni dove il rapper ha vissuto varie esperienze come la nascita di sua figlia e dopo aver effettuato molti viaggi per trovare la giusta ispirazione per scrivere ma anche per produrre, visto che in questo disco Travis Scott oltre al ruolo di cantante rivesto anche il ruolo di produttore esecutivo ma ha anche prodotto alcune tracce del progetto 

Il disco è composto da 17 tracce e presenta sonorità molto varie tra loro. In questo viaggio lungo quasi un’ora (58 minuti e 33 secondi per l’esattezza), il rapper non è solo; difatti ci sono molte collaborazioni tra cui spiccano i nomi di Drake, The Weeknd, Stevie Wonder, Pharrell Williams. 

L’album passa da atmosfere più cupe come nella canzone “Stargazing” oppure come in “Sicko Mode” (in collaborazione con il rapper canadese Drake), a canzoni più tranquille e spensierate come “Skeletons” dove troviamo il featuring del noto cantante canadese The Weeknd oppure nella canzone “Rip Screw” 

La prima canzone estratta da questo progetto è “Butterfly effect”, uscita nel 2017 e apprezzata sin dalla sua pubblicazione ed ha aumentato il desiderio tra i fan di un nuovo lavoro da parte del rapper. 

Il progetto si apre con la canzone “Stargazing” in cui troviamo subito una caratteristica che differenzia l’artista da altri rapper della scena americana; infatti a metà canzone la base si ferma e cambia le sonorità. Utilizza questa tecnica anche nella canzone “Sicko Mode” dove la base cambia ben tre volte, come se fossero tre canzoni diverse in una sola traccia. 

Questa canzone è una delle più famose dell’album infatti è stata certificata disco di diamante negli Stati Uniti e conta più di due miliardi di ascolti. 

Le produzioni sono molto curate e ricercate, come affermato dall’artista, c’è stata una forte attenzione nella ricerca del suono proprio per poter sperimentare atmosfere diverse nei pezzi e raggiungere un pubblico più ampio. Questa sperimentazione è più evidente nella canzone “Stop trying to be God” in collaborazione con Kid Cudi, James Blake, Philip Bailey e Stevie Wonder; in questa canzone possiamo sentire in sottofondo un coro ma anche la partecipazione di Stevie Wonder con l’armonica e James Blake che fa un assolo sulle note di un organo, elementi che non troviamo spesso nelle canzoni del rapper. Purtroppo non possiamo fare lo stesso discorso della sperimentazione sul campo lirico, in effetti tranne qualche canzone il disco presenta gli stessi argomenti quali la consacrazione del successo e dello status di star mondiale, ma come già detto in precedenza in alcune tracce tratta il tema dell’amore e del rapporto con la sua fidanzata Kylie Jenner, nota modella americana. 

In conclusione Astroworld è certamente il migliore progetto tra i tre pubblicati fino ad ora dal rapper, in questo disco è riuscito a dimostrare la sua ampia visione artistica e come non voglia essere considerato soltanto un “rapper”; nonostante la durata è un album che non annoia e scorre piacevolmente.  

Giacomo Del Negro 4N