Santa Maria della Sassella, Porta della Misericordia

Di Teresa Pia Iacuone

La Chiesa della Sassella, intitolata alla Beata Vergine Annunciata, conquista da sempre lo sguardo di chi, provenendo da Milano, si avvicina alla città di Sondrio. Lo sperone roccioso che l’accoglie si staglia lungo i vigneti e ricorda l’antica leggenda che narra dell’improvviso e inspiegabile spostamento, avvenuto in una notte, del materiale necessario alla costruzione della chiesetta dal fondovalle al colle. Icona preziosa per i fedeli di Sondrio affascina ogni visitatore che ne scopre la storia: la lontanissima fondazione avvenuta secondo la tradizione nel 932, per rispondere ad una richiesta della Vergine, sembra trovare conferma in alcuni rinvenimenti archeologici. L’attuale struttura risale al XV secolo: la chiesa ha un impianto ad aula unica suddivisa in tre campate coperte da volte a crociera; il Cristo in mandorla, gli Evangelisti e gli Episodi di vita della Vergine, affreschi realizzati dal
comasco Andrea De Passeris, impreziosiscono l’abside semicircolare. Bellissima la vetrata raffigurante la Natività. L’interno riceve luce da strette monofore aperte verso sud e dalle due finestrelle ai lati del portale; il rosone, che in origine illuminava l’interno, fu invece nascosto quando alla facciata venne addossato verso il 1680 l’attuale porticato. In quel periodo fu anche realizzato il campanile a sezione pentagonale mentre la sacrestia fu costruita tra il 1709 e il 1712. Nel 1713 si ipotizzò di realizzare un Sacro Monte, come in altri luoghi della Lombardia, progettando un percorso che dalla città arrivasse al santuario attraverso quindici cappelle dedicate ai Misteri del Rosario ma l’opera rimase incompiuta.

Dopo la lunga chiusura per l’emergenza epidemiologica la Chiesa della Sassella è stata ridonata alla città grazie alla disponibilità di volontari convocati dall’arciprete di Sondrio, don Christian Bricola; sarà quindi possibile recarsi nel mese di maggio presso la chiesetta ogni sabato e la domenica pomeriggio. La riapertura assume per i fedeli un significato ancora più profondo perché quest’anno il vescovo di Como, monsignor Oscar Cantoni, nella solennità dell’Annunciazione ha elevato a santuario la Chiesa
consacrata il due febbraio di cinquecento anni fa denominandola Santa Maria della Sassella, Porta della Misericordia. Il recarsi alla Sassella, il partire dalla Sassella, il sostare presso la Sassella sono atti della storia che indicano il peregrinare dell’uomo ed è affascinante fermarsi ad osservare i segni di questi movimenti nelle firme e nelle parole incise sulla facciata, come è bello ricordare che il santuario era anche uno xenodochio, luogo importante sulla via dei pellegrinaggi. Ve ne erano ad intervalli regolari…a Poschiavo San Romerio, sopra Tirano Santa Perpetua e dopo la Sassella, invece, si proseguiva verso Spinedi di Postalesio sotto lo sguardo di San Colombano. Anche la natura del sentiero che conduce alla Sassella sorprende il viandante e determina pause di contemplazione: rari arbusti di bagolaro raccontano l’originaria vegetazione e i “fichi d’india” colorano le rocce di giallo in primavera e di rosso in autunno. A chi desidera visitare questo spazio di cielo auguro buon cammino!