Passione basket – Intervista

Passione basket – Intervista

massimo: Ciao Matteo buongiorno, come va?… spero tutto bene grazie per aver risposto alla mia chiamata, volevo farti  una piccola intervista e chiederti alcune domande sulla basket che non ti avevo ancora mai chiesto.

matteo: Ciao Massimo, tutto bene grazie!!! Sono molto contento di risponderti alle domande che mi
porrai. massimo: Bene, allora inizio col domandarti com’è nata la tua passione per il basket?

matteo: Allora io inizialmente volevo provare a giocare a calcio come tutti i bambini della mia età quando si deve decidere il primo sport, ma per fortuna, adesso che ci penso, mia madre mi portò a fare una prova per iniziare a praticare basket dato che una sua amica era la moglie del presidente della società di Bracciano, il posto in cui vivo stabilmente, e allora feci questa prova ed ho iniziato a fare basket ma non mi sarei mai aspettato di raggiungere grandi obbiettivi.
L’inizio di una passione… Il praticare basket era iniziato per gioco ma man mano che
passavano gli anni la passione aumentava sempre di più e ad oggi è quasi un lavoro per me, non è più solo la singola passione.

massimo: Beh allora possiamo dire che è iniziato tutto grazie a tua madre (dico ridendo). È bello che comunque dopo tutti questi anni la passione e la voglia di giocare è sempre viva. Ti vorrei chiedere come hai vissuto l’assenza di praticare sport a causa della pandemia e soprattutto cosa ha provocato in te questa privazione?

matteo: Oddio… dunque ti devo dire che inizialmente come tutto il resto della popolazione ho creduto che fosse una cosa passeggera e che sarebbe finita in un paio di mesi, ma così purtroppo non è stato. Ho un rammarico perché si è saltato un periodo importante della stagione e inoltre non si sono potute tenere manifestazioni dove principalmente si mettono in mostra sempre più giovani nella speranza che
qualcuno li chiami per un contratto. Nonostante tutto ciò per fortuna io ho avuto la possibilità di allenarmi con società che erano attive e non ho perso il ritmo ma la situazione ha penalizzato molto il rendimento generale, mentre a livello emotivo ne ho risentito perché essendo abituato ad avere giornate piene, sempre impegnate dove magari mi allenavo tre/quattro ore al giorno al ritrovarmi a
casa senza avere le abitudini di un tempo.

massimo: Eh già… purtroppo la pandemia non è stata la migliore delle cose e soprattutto ha causato molti danni. Invece cambiando argomento ti volevo domandare, se potessi
scegliere una squadra di NBA dove giocare quale sceglieresti e perché?

matteo: Molto bella come domanda, ti direi da un punto di vista tecnico sceglierei gli Utha Jazz perché sono una squadra che per il loro modo di giocare assomiglia molto allo stile europeo, mentre dal punto di vista dello spettacolo preferirei i Los Angeles Lakers dove al momento giocano tutte le stelle dell’NBA e mi piace molto guardarli giocare appunto per questo stile che ti lascia a bocca aperta ogni
volta.

massimo: A proposito dei Lakers ti faccio questa domanda, preferisci Lebron James o Kobe Bryant?

matteo: Non ti saprei dire… sono tutti e due un simbolo per l’NBA, di Kobe preferisco l’atteggiamento che aveva lui, ora famosa come “la mentalità black mamba” questa cosa l’ho sempre ammirata di lui ed è un punto d’ispirazione per molti, Lebron invece per come la vedo io ad oggi è “perfetto” anche perché reputo che ha modernizzato il modo di giocare nell’NBA perché grazie a lui non ci sono più i ruoli stabili e fissi ma che ogni ruolo può essere più versatile, un altra caratteristica di lui che ammiro molto è l’atteggiamento come Kobe cioè di migliorarsi ogni giorno sempre di più sia dal punto di vista fisico sia da quello tecnico.

massimo: Senza ombra di dubbio loro due sono delle stelle indiscusse che una persona comune può restare solamente ammaliato da vederli giocare. Restando sul tema NBA adesso ti parlo di un’altra stella Micheal Jordan, secondo te qual è stata la sua migliore stagione durante la sua carriera?

matteo: Eh oddio… le sue stagioni sono tutte stupende ma se proprio devo scegliere, sceglierei l’ultima stagione quella del 97’-98’. Sicuramente aveva dei compagni di squadra che gli hanno permesso di vincere e anche molto forti individualmente, ma secondo me lui in quell’anno lì era al culmine delle sue potenzialità ed è proprio lì che si è vista la sua dote atletica e mentalità, anche lottando con tutte le
proprie forze con avversari che alla carta risultano più deboli.

massimo: Sicuramente Micheal Jordan è tutt’oggi un simbolo fondamentale per l’NBA per tutto quello che ha fatto e per come grazie a lui si è iniziata a diffondere in tutto il
mondo lo spettacolo dell’NBA. Bene ora passiamo ad un po’ di domande personali, se dovessi scegliere una partita che non scorderesti mai qualè e perché?

matteo: Beh ce ne sono molte, ma ora che ci penso sicuramente di direi la prima partita con la maglia della nazionale italiana, perché avevo l’ansia di provare a dare il meglio di me, perché quella scritta “Italia” sul petto oltre che ad un peso, io mi sentivo in dovere di onorare la mia nazione e soprattutto dimostrare che mi sono guadagnato quel posto in nazionale con tanto sudore e tanta fatica. Mi sono
sentito appagato a fine partita perché è una grandissima sensazione e responsabilità giocare per la propria nazionale.

massimo: Ti faccio un ultima domanda, cosa prevedi per il tuo futuro? Punti ad rimanere in Europa o magari un giorno di sbarcare nell’NBA?

matteo: Attualmente spero che per l’anno che segue riuscirò ad avere un posto in serie b in Italia, per mettermi a confronto con persone che si allenano e giocano in modo più professionale, anche perché è il loro lavoro, e non più come una sola passione, in questo modo spero di ottenere eventualmente un posto in serie a o magari un esperienza a livello europeo con una società che punti molto sui giovani e nell’incremento delle loro potenzialità e caratteristiche in modo tale da poter farli vedere anche non solo in campo europeo ma mondiale, per permettere ai giocatori giovani di ambire al sogno dell’NBA.

massimo: Matteo io ti ringrazio per avermi dedicato il tuo tempo, e ti auguro il meglio per la tua carriera da giocatore professionista. Un saluto alla prossima.

 

-di Arellano