Giovanna D’Arco, la pulzella d’Orleans

Giovanna d’Arco è nata a Domrémy-la-Pucelle il 6 gennaio 1412 e morta a Rouen il 30 maggio 1431. In Francia è considerata una eroina nazionale e viene chiamata la Pulzella d’Orléans. Ha riunificato il suo paese, guidando vittoriosamente l’esercito francese contro quello inglese. E’ stata catturata dai Borgognoni e venduta agli inglesi, che l’hanno processata per eresia e stregoneria e condannata al rogo. Nel 1456 papa Callisto III ha dichiarato la nullità del processo. Nel 1909 è stata beatificata da da Pio X e nel 1920 canonizzata da Benedetto XV. E’ stata poi proclamata patrona di Francia. Giovanna d’Arco ha trascorso la sua adolescenza pregando: spesso ha dichiarato di sentire voci celesti e di avere visioni. Una voce le disse di recarsi in Francia, dove avrebbe assediato la città di Orléans. Era stata scelta da Dio per salvare la Francia e aiutare il Delfino Carlo VII, erede legittimo al trono. Ha risposto alla chiamata celeste, mettendosi a capo dell’esercito francese e decisa a continuare a combattere finché le voci non le avessero detto di smettere. Durante il processo le viene chiesto di abiurare tutti i suoi intenti passati e di promettere di non indossare più armi o abiti maschili. Quando però rifiuta di sottomettersi al giudizio di una corte inglese, viene condannata a morte.

LA GUERRA DEI CENT’ANNI

Si diceva nel regno che una fanciulla inviata da Dio avesse riconosciuto miracolosamente il Re immerso nella folla a Chinon. Abile calcolatore, il delfino (il futuro Carlo VII) accettò di inviare Giovanna d’Arco a Orléans, che ella si era offerta di liberare per dimostrare la propria buona fede, con un convoglio di vettovagliamento. In caso di vittoria, egli sarebbe stato legittimato nella propria rivendicazione del trono di Francia (che era già stato preteso da Enrico VI in virtù del trattato di Troyes), mentre in caso di sconfitta nessuno si sarebbe ricordato di quella contadinella e la sua causa sarebbe stata persa per sempre.

L’assedio di Orléans fu una battaglia di importanza capitale per la storia d’Europa. Il 29 aprile 1429 Giovanna entrò in città; il 4 maggio fu conquistata una delle fortezze campali inglesi costruite per l’assedio (bastiglie); i giorni successivi ne caddero altre due; il 7 maggio fu riconquistata la fortezza delle Tourelles, all’estremità del ponte sulla Loira; l’8 maggio gli inglesi si schierarono a battaglia, ma Giovanna si rifiutò di combattere, sia perché era vietato combattere di domenica, sia perché il nemico si ritirò spontaneamente. Gli inglesi, infatti, tolsero l’assedio. L’evento ebbe un effetto clamoroso: il contrasto tra la lunghezza dell’assedio e la velocità con la quale era stato levato era dovuto all’intervento di Giovanna, e i contemporanei vi videro un miracolo. La propaganda, francese o inglese che fosse, gridava al sovrannaturale, buono o malvagio.

Giovanna volle poi marciare su Reims, progetto difficilmente realizzabile, poiché la città era in pieno territorio borgognone. Carlo VII avrebbe potuto benissimo essere consacrato a Orléans (come Luigi VI, per esempio), ma l’impatto psicologico di una consacrazione a Reims, da sempre città sacra per la monarchia francese, sarebbe stato molto più forte in quanto interpretabile come manifestazione della volontà divina.

La battaglia di Patay, vittoria francese, aprì le porte della città, dove il delfino fu finalmente incoronato Re di Francia. Ciò rovinò i disegni del Bedford, reggente del giovane Enrico VI che si dovette accontentare di un’incoronazione a Notre-Dame a Parigi nel 1431.

A partire da quel momento, l’influenza di Giovanna nel conflitto cominciò a diminuire: non fu più sostenuta da Carlo VII che, una volta incoronato, intendeva percorrere vie diplomatiche per giungere a una definizione del conflitto in corso, in particolare, con la Borgogna. Nel frattempo, la cristianità era profondamente divisa dallo scisma che vedeva contrapposto il pontefice Eugenio IV e l’antipapa Felice V. Giovanna fu ferita davanti a Parigi nel 1429 e in seguito inviata nel Berry a neutralizzare le Grandi Compagnie che martoriavano il paese durante le tregue; fu, infine, catturata a Compiègne da Jean de Luxembourg. Carlo VII, apparentemente, l’abbandonò al suo destino.

Il processo fu affidato al vescovo di Beauvais, Pierre Cauchon, vicino ai borgognoni, ma l’esecuzione avvenne a Rouen per opera degli inglesi. Questa mossa permise di non coinvolgere né la Borgogna né il Papa (sebbene l’Inquisizione avesse in precedenza richiesto di occuparsi del caso), motivo per il quale essa fu percepita dai contemporanei come il martirio di una santa (in effetti, Giovanna d’Arco fu canonizzata nel 1920).

Niccolò Domanico, IV B SIA