La tecnologia per lavorare e relazionarsi

TECNOLOGIA COME NUOVO MODO PER LAVORARE E RELAZIONARE CON GLI ALTRI IN QUESTO PERIODO

Salve, sono Francesco Rosati, di una emittente giornalistica. Come si chiama? E cosa fa nella vita?

  • Sono Ermelinda Serra e faccio l’insegnante in una scuola primaria di un istituto comprensivo.

Perfetto, noi oggi l’abbiamo invitata qui per farle alcune domande inerenti all’uso della tecnologia come nuovo modo per lavorare e relazionare con gli altri in questo periodo di pandemia. A tal proposito inizierei con la prima domanda. Secondo lei la tecnologia può essere un mezzo efficace? E quali sono i pro e i contro sia nell’ambito lavorativo sia in quello sociale?

  • La tecnologia è un mezzo che già si usava precedentemente nello ambito scolastico, per esempio utilizzando la Lim come lavagna multimediale, per approfondire argomenti, per spiegare, per far vedere video e per approcciare all’insegnamento in una maniera più evoluta e più vicina ai bisogni di bambini che sono nati in un’era digitale. In questo senso l’attenzione degli alunni è maggiore nei confronti di una spiegazione diciamo più tecnologica piuttosto che da una spiegazione più classica. Questa tecnologia però è entrata, ovviamente, in maniera preponderante lo scorso Marzo del 2020 in occasione del lockdown.  Per la prima volta gli insegnanti si  sono trovati davanti a una situazione in cui l’alternativa era lasciare gli studenti in balia del nulla, senza aver nessun contatto e senza     nessuna azione didattica nei loro confronti. In questo senso la scuola ha risposto in maniera, diciamo, adeguata, cercando di non lasciare gli studenti da soli, e gli insegnanti si sono proposti, anche grazie all’ intervento della pubblica istruzione, come veicolo di sapere avendo la possibilità di usare il computer per arrivare nelle case degli studenti. In questo sono stati aiutati anche da corsi di aggiornamento che li hanno messi in condizione di poter lavorare, creare dei lavori accattivanti e soprattutto di fare delle lezioni, diciamo, più adeguate al mezzo che avevano per poter portare avanti parte del programma che altrimenti sarebbe stato bloccato. La parte positiva è stata quella di rimanere in contatto con i propri alunni anche dal punto di vista emotivo laddove c’erano situazioni di svantaggio anche economico dove si sono trovate soluzioni per poter arrivare anche ai ragazzi che non avevano il computer per non farli rimanere isolati nell’ambito scolastico. Dal punto di vista dei contro diciamo che non tutti hanno potuto seguire in maniera adeguata per problemi di spazi, in alcune famiglie troppe persone lavoravano con computer in spazi ristretti e non con una buona connessione come dicevo, e a volte i ragazzi non erano stimolati abbastanza da questo tipo di insegnamento così diverso dalla presenza fisica a scuola. C’è da dire poi che questa presenza fisica è fondamentale in ambito scolastico per una crescita psicologica equilibrata, e soprattutto perché i ragazzi hanno bisogno del contatto fisico ed emotivo dei compagni e degli insegnanti.

Lei, come ha detto, è un insegnante e le volevo chiedere, in ambito lavorativo che strumenti utilizza per arrivare ai suoi alunni?

  • Uso le applicazioni, che vengono utilizzate per elargire spiegazioni, per fare lavori di gruppo oppure per condividere compiti o idee. Abbiamo utilizzato la piattaforma google classroom che permette, sia dal punto di vista, didattico che relazione di arrivare agli alunni quando non si può essere in presenza. Utilizzo così Google meet per fare le lezioni in video e sia per la condivisione di file, allegati o di altri materiali che  ritiengo opportuno condividere con i miei allievi, attraverso questa piattaforma.

Lei preferisce insegnare in presenza o usando il computer a distanza?

  • Diciamo che se dovessi scegliere tra la modalità in presenza e quella in remoto, la presenza è quella che sceglierei, ma laddove questa è  venuta a mancare per problemi di pandemia, è chiaro che è stato preferibile un approccio di questo genere, a distanza, che permette agli alunni di essere seguiti dai propri insegnanti anche in maniera individualizzata e di avere più la possibilità di seguire le lezioni come se ci fosse una classe virtuale. Quindi in questo la tecnologia ha  aiutato moltissimo l’insegnamento. Se penso  a quando  ero piccola io, se ci fosse stato un evento del genere, gli alunni sarebbero stati abbandonati  a se stessi nelle proprie famiglie perché in quel quegli anni la tecnologia era totalmente assente quindi non ci sarebbe stato questa possibilità che invece  ha aiutato moltissimo, per non perdere delle cose importanti.

Ok. Invece allontanandosi dal mondo lavorativo, come insegnante, le volevo chiedere, ma lei, come persona nell’ambito relazionale, come vive il mondo dei social? Le nuove app?

  • Allora, diciamo che il mondo dei social ormai è diventato un mondo aperto a tutti, non solo ai giovani, ma ci sono tantissime persone anche più anziane di me che comunque pubblicano foto di esperienze vissute, fanno parte anche di gruppi per poter condividere le stesse passioni. Adesso con il fatto del covid ci sono tanti corsi di teatro, corsi di ginnastica che si fanno online perché sennò l’alternativa sarebbe  il nulla. Invece si è scoperto che attraverso piattaforme come  Zoom,  Google meet o altre app, c’è la possibilità di potersi vedere e fare qualcosa insieme anche a distanza. Per quanto mi riguarda, io non sono contraria ai social in generale, ritengo che ci sia un uso a volte non adeguato di questi social perché non si rispettano le regole principali di educazione e bisognerebbe anche stare attenti a condividere notizie reali e non fake perché tante persone, solo per il fatto che sono dietro ad una tastiera, non utilizzano la propria facoltà critica pensando che tanto posso dire, scrivere o condividere qualsiasi cosa senza nessuna conseguenza. Per cui, per quanto mi riguarda, io lo utilizzo rispettando queste regole e soprattutto utilizzo le piattaforme per fare dei corsi di ginnastica perché ritengo che a volte possono essere arricchenti anche se solo dietro lo schermo perché, se utilizziamo questi mezzi  nel giusto modo, anche l’empatia può arrivare attraverso uno schermo se dall’altra parte c’è una persona che è in grado di comunicare nel giusto modo, con giusto atteggiamento, con la giusta voce e anche con lo  sguardo giusto.  In conclusione ritengo che  i mezzi tecnologici possono essere utili e  arricchiscono anche il nostro modo di relazionarci, a patto però che vengano usati nel giusto modo.

Grazie mille. Questa era l’ultima domanda e la ringrazio per tutto, arrivederci.

-Francesco Rosati