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Ddl Zan: cos’è e perché è così importante la legge contro l’omotransfobia

 

Di Alice Sciamplicotti

La discussione sul DDL Zan è stata ultimamente al centro dell’opinione pubblica. Ma cos’è esattamente? È una proposta di legge che ha come relatore Alessandro Zan, deputato del Partito Democratico, e che tutela tutte le persone discriminate per sesso, genere, orientamento sessuale, identità di genere e disabilità. Dopo aver precisato cosa questi termini indicano realmente, il DDL Zan si prefissa di estendere la legge Mancino (legge 25 giugno 1993, n. 205), che punisce con il carcere discriminazioni razziali, etniche e religiose, andando ad aggiungere a questi motivi anche quelli precedentemente citati. Qual è il confine tra reato e libertà di espressione? Esprimere il proprio pensiero è un diritto di ogni cittadino, ma ciò deve essere fatto in modo tale che le parole non sfocino in violenza e discriminazione.

Il disegno di legge prevede, infine, centri antidiscriminazione e una giornata nazionale contro l’omofobia, anche nelle scuole, con lo scopo di promuovere la cultura del rispetto e dell’inclusione.

Ma perché è così importante? Se ne ha davvero bisogno? La risposta è sì. Purtroppo, avere il “privilegio” di sentirsi accettato nella comunità non è qualcosa di così scontato. A dircelo è Pietro Turano, attore ed attivista GayCenter e Arcigay. “Avere un percorso di consapevolezza più o meno sereno, potendo parlare liberamente con familiari e amici, è davvero un privilegio…bisognerebbe uscire da questa “bolla di privilegio” per capire che non tutti hanno le stesse opportunità”. È questo il cuore delle associazioni LGBTQ+: sono dei luoghi dove le persone possano sentirsi sicure in un mondo dove non riescono ad esprimersi e a vivere alla luce del sole la propria identità. Se si ha avuto la fortuna di avere un’esperienza “più vantaggiosa” rispetto ad altri bisognerebbe fare da modello per indirizzare le persone più sfortunate verso una maggiore consapevolezza e sicurezza. In un futuro, proprio grazie a un cammino di inclusione e accettazione, coloro che sono stati “ospitati” dentro questa grande famiglia potrebbero a loro volta attivarsi per fare lo stesso.

Ma perché questo dovrebbe interessare le persone che non fanno parte della comunità LGBTQ+? “Le condizioni che vivono le persone che ci circondano in qualche modo ci riguardano perché hanno a che fare con la messa in discussione di modelli culturali nei quali non ci si riconosce più. Gli altri lottano contro un nemico ben preciso: una cultura non abbastanza inclusiva. Noi di fronte a ciò non possiamo essere semplici spettatori, dovremmo anzi sostenerli e aiutarli a vincere le loro battaglie”, dice Pietro Turano.

Il DDL Zan non è – o almeno non dovrebbe essere percepito – come una proposta di legge a noi lontana. Ognuno è libero di avere il proprio pensiero e di non sentirsi parte delle comunità LGBTQ+, ma allo stesso modo ognuno dovrebbe avere il diritto di essere rispettato per quella che sente essere la propria identità. Ricordiamo ancora: c’è un limite tra libertà di espressione e discriminazione. Bisognerebbe proteggere le persone al di là di ogni convinzione. Perché purtroppo non tutti hanno gli stessi privilegi.