In “Se una notte d’inverno un viaggiatore” di Italo Calvino si legge: “Scrivere è sempre nascondere qualcosa in modo che poi venga scoperto.” E quante cose abbiamo nascosto in quest’ultimo anno e mezzo, quante cose ci siamo tenuti inevitabilmente dentro, non riuscendo, o forse non potendo, tirarle fuori e liberarsene. Rimanere chiusi in casa per alcuni è stato una protezione, non solo dal virus, ma anche perché, forse senza neanche pensarci, a casa ci si sente protetti, sicuri, piuttosto che stare fuori a rapportarsi con il mondo; per altri invece è stato una gabbia, limitante e asfissiante. Le parole, passando tra gli schermi, hanno spesso perso il loro significato, il loro valore e forse l’unico modo per potergliene restituire è stato attraverso la scrittura, che, riprendendo le parole di Calvino, è sì un modo per nascondere e nascondersi forse ancora di più, ma anche un modo per riscoprirsi e far scoprire qualcosa nel caso quelle parole scritte vengano poi lette da qualcun altro.
Non è un caso che il volume che raccoglie i racconti premiati dalla giuria del Concorso Letterario «In…Chiostro» Silvana Marcucci si chiami Notte stellata – Racconti dalla pandemia. Perché sono racconti che nascono in un periodo difficile, buio, spesso parlano di situazioni difficili, buie, ma l’auspicio è sempre quello di ritornare a vedere una notte stellata, richiamando non solo il dipinto di Van Gogh, ma anche il celebre verso dantesco “e quindi uscimmo a riveder le stelle”.
Il Concorso Letterario, dedicato alla dirigente scolastica Silvana Marcucci, scomparsa lo scorso febbraio, che aveva fortemente voluto l’organizzazione di un concorso di questo tipo a Vasto, è stato organizzato dalla Pro Loco “Città del Vasto” APS. Il concorso è stato rivolto agli studenti di tutti gli istituti superiori della città, studenti che proprio a causa della pandemia hanno perso momenti irripetibili ed esperienze segnanti e che hanno cercato di riversare le emozioni del momento – frustrazione, smarrimento, paura, ma anche speranza – in dei racconti naturalmente scollegati ma che letti insieme sembrano avere un unico filo conduttore, racconti dalla pandemia che seppur nati nella solitudine sembrano rincorrere proprio l’etimologia della parola pandemia e riguardare in qualche modo tutti. L’adesione al concorso è stata significativa e tutti i ragazzi che hanno contribuito con un racconto sono stati premiati durante la cerimonia tenutasi venerdì 9 luglio nella splendida cornice del chiostro dell’ex Curia Vescovile di Vasto, dove, dopo l’introduzione musicale dell’Orchestra del Liceo Musicale Mattioli, i saluti della dirigente scolastica del Polo Liceale Mattioli Maria Grazia Angelini e del Presidente della Pro Loco Vasto Mercurio Saraceni, sono stati annunciati dalla presidente della giuria Letizia Daniele i quattro partecipanti le cui opere sono state pubblicate nel volume Notte stellata: al terzo posto “Ricordare Stanca” di Benedetta Menna, al secondo posto, ex aequo, “Emma, o la straordinaria ordinarietà di una ragazza ordinaria” di Simone Di Minni e “Viola” di Serena D’Alessandro, al primo posto “Un paio di occhi, migliaia di storie” di Paola Di Tanna. La pandemia ci ha privato di tanto ed è forse per questo che le nostre menti hanno a lungo viaggiato, immaginando situazioni, luoghi e storie per distrarci dalla monotonia quotidiana e usufruendo delle situazioni, dei luoghi e delle storie immaginati da altri sottoforma di libri, fumetti, film, serie tv. L’auspicio è che specialmente noi ragazzi continuiamo a raccontare le storie che abbiamo dentro e che altri possano leggere queste storie e rendere quindi la scrittura (e la lettura) non un atto solitario e singolare, ma collettivo e plurale. Proprio per questo gli organizzatori hanno annunciato che ci sarà un seguito al Concorso Letterario, con nuovi racconti e nuovi mondi da scoprire.Simone Di Minni