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Mascherine e distanziamento: l’arte come strumento di rinascita in un periodo buio della nostra storia

Di Camilla Albore

I colori sfumati sulla carta bianca e le emozioni che scivolano veloci insieme alla matita. “L’arte spazza la nostra anima dalla polvere della quotidianità”, diceva Picasso. È esattamente così. In un momento in cui il nostro paese e tutto il mondo sembrava sospeso e silenzioso, forse l’arte è stata quel rumore di cui avevamo bisogno, quello strumento necessario per trasferire le nostre emozioni su foglio, mettendo in pratica la nostra creatività che sembrava spenta.

Le strade ammutolite, la confusione stranamente assordante di un paese in silenzio, la nostalgia degli abbracci, i cori alle finestre nella speranza di poter di nuovo vivere a pieno la nostra vita. È stato in un momento come quello che molte persone hanno sentito l’esigenza di comunicare l’arte, di mettersi in gioco e cercare di esprimere le proprie emozioni attraverso di essa. Molti artisti, chiusi in casa, si sono cimentati nel raccontare il loro modo di vivere la situazione covid, riuscendo a produrre lavori, nati da un grande bisogno di esprimere se stessi.

In ognuno di essi c’è una storia, una trama di emozioni, un dettaglio irrilevante di quel piccolo mondo osservato dalla finestra. L’arte si è fatta portavoce di una rinascita, di un cambiamento interiore, di una rivoluzione riguardante non tanto la vita, ma quanto meno la sua prospettiva. Dove c’è emozione, dove c’è pensiero e dove c’è cambiamento, lì vi è l’arte. Questo è esattamente ciò che è accaduto. Rabbia, tristezza, preoccupazione, confusione a volte anche speranza: sono state loro la tempera in cui si sono intrisi i pennelli degli artisti.  Lo scenario covid non deve essere simbolo di una realtà spenta e depressa, tuttavia deve essere una spinta per il futuro, e l’arte, in questo periodo, è stata la chiave per poter vedere il mondo in un’altra prospettiva. L’espressività dei volti celati da mascherine, le ombre soffuse di una famiglia che si incammina per i vicoli, i dettagli lucenti di una città silenziosa, un brivido sfuggente di un mattino di marzo. Tutti abbiamo bisogno di quel brivido d’arte che può risvegliarci dal silenzio.