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“La mafia è la miseria di chi crede che vale solo la legge del prepotente”. Storie di mafia

La mafia è forse l’organizzazione malavitosa più radicata all’interno dello Stato italiano e, di conseguenza, anche la più pericolosa.

Fino a poco tempo fa la “lotta contro la mafia”, era soltanto un’ espressione aleatoria. Si diffuse dopo il maxi processo del 1987, quando il procuratore Giovanni Falcone condannò più di 30 imputati all’arresto con pena detentiva. Da quel momento in poi, tutti gli organi dello Stato contribuirono a lottare contro la criminalità mafiosa, dai magistrati alle forze dell’ordine, dai giornalisti ai politici, passando per la gente comune.

Raggiunta la maturità personale e professionale, mi piacerebbe prender parte a questa lotta. Nel frattempo, voglio citare tutti quei personaggi estranei alle forze dell’ordine che hanno dato un contributo. Leonardo Sciascia, con il suo celebre romanzo “Il giorno della civetta”, racconta le difficili avventure del capitano Bellodi nella questura di Palermo, comandata dalla corruzione e dalla presenza tentacolare della mafia. Un altro dei miei autori preferiti è Luigi Garlando che, nel 2004, scrive “Perché mi chiamo Giovanni”, libro che riscosse un discreto successo, in cui racconta la vita da ragazzo di Giovanni Falcone. All’interno del romanzo di Garlando, viene data una definizione di mafia molto profonda: “La mafia è la miseria di chi crede che vale solo la legge del prepotente”; inoltre, mi ha particolarmente colpito la definizione di mafia che viene paragonata ad un carciofo con la sua corona di foglio (cosca) ed “ogni quartiere corrisponde ad una cosca di mafiosi”. Queste citazioni ed altro ancora mi ha fatto innamorare di questo libro. Passando invece all’ambito cinematografico, troviamo la serie: “Ultimo” che vede protagonista Raoul Bova, interprete magistrale del colonnello Di Stefano e ci racconta più da vicino gli eventi che si sono susseguiti per arrivare all’arresto del più pericoloso boss mafioso di tutti i tempi, Salvatore Riina, soprannominato Totò Riina.

In conclusione, anche nel nostro piccolo non dobbiamo mai smettere di lottare perché la mafia è un pericolo reale e presente anche ai giorni nostri, Un esempio eclatante è Giuseppe De Benedictis, il giudice barese arrestato il 24 aprile 2021 che, da 10 anni pilotava i processi a favore della mafia. Ricordiamoci sempre che non dobbiamo mai piegarci. alla criminalità organizzata.

Umberto Giordani, liceo ‘G. Cesare’, Roma