Capaci… di non dimenticare

Nella mattinata di sabato 18 dicembre, le classi quinte del Polo Liceale Mattioli sono state coinvolte in un convegno all’insegna della legalità. Grazie al Movimento “Agende Rosse gruppo Giovanni Falcone e Paolo Borsellino Abruzzo”, rappresentato da Massimiliano Travaglini, è stato possibile assistere ad un incontro che ha trasformato il “ciò che è stato” in una profonda riflessione sulla storia del nostro paese. Il titolo esprime a pieno il tema centrale dell’evento: “Capaci di non dimenticare”. Alla presenza di alcuni  dei massimi rappresentanti istituzionali come l’onorevole Carmela Grippa, il vicesindaco di Vasto Felicia Fioravante e l’assessore all’istruzione Anna Bosco, i ragazzi presenti in Auditorium e quelli collegati nelle classi, tramite dispositivi, hanno potuto ascoltare le significative testimonianze di due ospiti che hanno vissuto in prima persona crimini di mafia e attentati terroristici degli ultimi decenni del ‘900: Luana Ilardo, figlia del collaboratore di giustizia e pentito di mafia Luigi Ilardo, e l’abruzzese Tonino Braccia, ex poliziotto sopravvissuto alla strage della stazione di Bologna.

Dopo aver preso visione di un filmato sulle vittime di criminalità organizzata e terroristica dal 1960 al 2004, e aver riflettuto sulle sentite e toccanti parole della dirigente scolastica Maria Grazia Angelini in merito, abbiamo ascoltato l’assistente di Polizia di StatoTonino Braccia, rimasto gravemente ferito nell’attentato di Bologna del 2 agosto 1980. Travaglini si è collegato telefonicamente con Braccia il quale ha raccomandato ai ragazzi di fare politica, di continuare a credere nella legalità, di non smettere mai di studiare.

Luana Ilardo ha raccontato di suo padre Luigi, delle scelte sbagliate che lo hanno portato a legarsi alla malavita, del percorso di pentimento e redenzione intrapreso attraverso la giustizia, della collaborazione a costo della propria vita per porre rimedio ai propri errori. L’amore di una figlia per un padre non può cambiare e Luana ha ammesso di essergli sempre rimasta accanto, anche nei momenti più cupi della sua storia. Suo padre sapeva a cosa andava incontro e nonostante tutto ha deciso di tornare ad essere un uomo libero,  libero dagli errori del passato. Luigi Ilardo è stato ucciso il 10 maggio 1996 per mano della mafia e nel silenzio dello stato.

A concludere l’incontro è stato il giornalista e scrittore Paolo De Chiara che ha condiviso con i ragazzi una verità difficile da accettare, ma che è bene conoscere fino in fondo per poter comprendere la direzione del nostro futuro come stato: le mafie siedono in Parlamento fin dal 1800, da quanto il rapporto stato-mafia è stato istituzionalizzato con l’unità d’Italia. Sebbene Cosa Nostra possa sembrare qualcosa di lontano negli anni, circoscritto al territorio siciliano, la realtà corrisponde a tutt’altra situazione. L’unico modo per contrastare la corruzione, i soprusi, le illegalità che contaminano la nostra politica da anni è conoscere. Rivolgendosi ai ragazzi, De Chiara ha ribadito l’importanza dello studio, così da poter essere liberi un domani di vivere seguendo le proprie iniziative, le proprie idee e i propri progetti, superando il retaggio culturale del passato, che ancora influenza negativamente la vita di molti cittadini, in particolare modo delle donne, da sempre succubi di discriminazioni sessiste in ogni ambiente, che sia quello familiare o lavorativo. “Voi non siete il futuro. Voi siete il presente, e dovete agire adesso”. 

La chiave per poter vivere nel rispetto del prossimo e dei valori cittadini è la conoscenza; far sì che gli errori del passato siano un insegnamento e non degli accaduti da dimenticare è una responsabilità che è nostro dovere prendere in quanto ragazzi prossimi alla vita adulta. Educare alla legalità è un dovere, interiorizzarla e rispettarla sempre è un obbligo morale che deve fondare in noi il seme della speranza verso uno stato migliore ed una convivenza civile tra gli uomini, così da fondare la memoria e la civiltà del nostro paese, da sempre dilaniato da ambiguità e ingiustizie.

di Nicole Cinquina