“Il telaio della memoria”- parte quinta

 

Ho deciso di immortalare, con una foto, l’essenza di questo attrezzo che è stato ritrovato per puro caso nella stanza dove mia nonna ripone diversi oggetti per cucire.

Sfortunatamente, né io né mia nonna siamo state in grado di definirne il nome tecnico, tuttavia lei mi ha raccontato che le è stato lasciato da sua madre ed entrambe lo utilizzavano per la filatura della lana.

Questo attrezzo, realizzato a mano in legno e ferro battuto, possiede una sorta di asta utilizzata per arrotolare fili di lana grezza dopo la cardatura, passaggio fondamentale affinché la filatura avvenga correttamente e arrivare alla tessitura, l’arte di costruire un tessuto.

Credo che tale oggetto rappresenti un importante pezzo di storia.

Dal primo reperto di tessuto, datato 28mila anni fa, alle vesti di epoca romana realizzate interamente in lana, fino alle attuali produzioni delle industrie laniere, la strada è stata tanta.

Il tessuto veniva lavorato soprattutto dalle donne che si adoperavano in questa occupazione. Nel XIV secolo la filatura è diventata la prima occupazione femminile retribuita, a tal punto che molte filatrici, rendendosi autonome, poterono affrancarsi dal matrimonio.

Azzurra Battaglia

 

Questa è la palestra Centofanti-Natale dedicata a Davide Centofanti, di Vasto, e Maurizio Natale, di Monteodorisio, entrambi deceduti durante il terremoto dell’Aquila del 2009. La palestra, inizialmente col nome di San Paolo, è stata dedicata ai due giovani, da parte della Giunta Comunale, il 6 aprile 2019. Subito dopo aver scoperto la targa si è disputato un triangolare di pallavolo, organizzato su proposta del Polo Liceale Mattioli e dell’Istituto Palizzi di Vasto, con la partecipazione dell’Istituto Mattei.

Per qualcuno può sembrare una semplice palestra, senza nulla di speciale, ma a persone come me che ci giocano, trasmette emozioni uniche quali libertà e felicità. Ogni volta che si entra in campo con la propria squadra, cercando di vincere ogni partita, ci si sente come in famiglia. Gioco a pallavolo con persone accomunate dalla stessa passione.

Ricorderò sempre la prima volta che sono entrato in quella palestra, consapevole di poter finalmente inseguire una delle mie più grandi passioni e convinto di non dovermi arrendere mai di fronte agli ostacoli.

Lettera Alessio

 

Questo è il monumento “Humus”, ideato dallo scultore Claudio Gaspari. E’ un’opera realizzata per ricordare i tragici fatti accaduti durante le lotte contadine nel secondo dopoguerra.

A San Salvo, nel 1950, i contadini occuparono le terre al confine col Molise per richiederne l’assegnazione in modo da coltivarle e sconfiggere la fame. Questi fatti vengono ricordati come l’occupazione del “Bosco Motticce”: tre giorni di occupazione, da parte di 1.500 braccianti, dei terreni che erano stati disboscati per farne traversine per la ferrovia e quindi incolti.

L’occupazione fu repressa dalle forze dell’ordine. Ci furono 27 arresti, ma fortunatamente la lotta non finì in modo violento come invece spesso accadeva in quel tempo. Un deputato marsicano, infatti, convinse i manifestanti a tornare a casa, assicurando l’assegnazione delle terre dopo lo svincolo forestale.

Era l’anno della legge di Riforma Agraria, la più importante riforma dell’intero secondo dopoguerra. Essa prevedeva, tramite l’esproprio coatto, la distribuzione delle terre ai braccianti agricoli, liberandoli dal giogo latifondista.

Lo scultore Gaspari, come si può notare dal monumento, ha utilizzato dei blocchi che rappresentano le zone del terreno arato, mentre il colore marrone ricorda quello delle terre dei contadini.

Questa scultura è e rimarrà un pezzo della storia della città di San Salvo.

 

Ausanio Gian Maria