Acrobati di parole

Noi camminiamo spesso sulle punte

per cercare di rimanere in questo equilibrio che il giornalismo

ci porta ad avere e a praticare in ogni suo ambito.

Durante la mattinata del 30 marzo, nell’ambito del Festival della Scienza/Ad ventura,  presso la Pinacoteca di Palazzo d’Avalos, si è tenuto l’incontro “Acrobati di parole”, introdotto dalla prof.ssa G. Santangelo, con relatori il giornalista Giuseppe Ritucci e la giornalista Martina Luciani.

Foto di Giovanna Borrelli

Acrobata significa essere abile negli esercizi di equilibrio, le parole, invece, sono uno strumento e bisogna conoscerle ed usarle con criterio. Questi due elementi sono fondamentali nel giornalismo, di fatto oggi Giuseppe Ritucci e Martina Luciani, che esercitano questa professione, hanno offerto una visione più ampia del loro lavoro ai ragazzi.

Il primo tipo di equilibrio che si riscontra è l’idea che si ha del giornalismo e quello che è nella realtà. Questo mestiere è fatto di suola e tacchi, così ha confessato Martina Luciani, si deve uscire e cercare informazioni. Ma cosa diventa davvero notizia? Ne esistono due tipi: ciò che è già accaduto e quello che non è accaduto.

Bisogna prendere in considerazione ciò che potrebbe interessare al lettore e che potrebbe educarlo. Andando a caccia di notizie la maggior parte delle volte si entra in contatto con altre persone e ci si ritrova a scrivere qualcosa che potrebbe coinvolgere chi si conosce.

Allora si aggiunge un altro punto cruciale: riuscire, anche in bilico, a restare imparziali. Tutto ciò che compone il vissuto, le esperienze e ciò che fa parte di ognuno, insieme alle proprie impressioni ed emozioni non deve influenzare l’articolo poiché il giornalista ha il compito di divulgare le informazioni ma queste devono rispecchiare la realtà dei fatti, è il lettore, poi, che attraverso queste fonti elabora un quadro della situazione. Di certo, a volte, accade che si prenda posizione, ma questo avviene quando le questioni si rivestono di una certa importanza.

Lo stile e il linguaggio sono altri due elementi, strettamente collegati, che bisogna porre in stabilità.

Soprattutto i giornali online quest’oggi vengono letti da un’ampia fascia di età che va dai più piccoli ai più grandi. Per questo ciò che viene scritto deve essere semplice affinché tutti possano capire, ma non banale o qualcosa che sfoci nel pubblicitario.

Foto di Giovanna Borrelli

Quasi alla conclusione, si è parlato dell’equilibrio tra lo scrivere velocemente dell’accaduto o usufruire di più tempo realizzando un buon articolo.

Solitamente è la prima notizia sulla vicenda a trainare tutto e in una competizione contro il tempo si fanno errori, da quelli grammaticali all’incomprensione dell’accaduto e quindi alla pubblicazione di una notizia sbagliata.

Nella parte finale, i due giornalisti hanno fornito alcuni esempi dei loro servizi. Hanno intervistato una signora di una distilleria d’Abruzzo nella quale lavorano solo donne, proprio in occasione dell’otto Marzo. C’è stato uno speciale per la festa del papà che ha visto come protagonista il percorso di adozione di una bambina cinese. In seguito, il servizio fatto ad Iryna, una ragazza ucraina che, pur vivendo in queste zone, da anni ha partecipato attivamente alle campagne per il suo paese.

Le storie da raccontare, quindi, sono sempre molte e ognuna possiede il suo particolare fascino. Nonostante il giornalismo sia un lavoro impegnativo, trovare il giusto equilibrio e seguire la passione è ciò che si pone a capo di tutto.

Giulia Tiranno