Russia-Ucraina: dalla guerra fredda ad oggi

 

È l’alba del 24 febbraio 2022, verso le 6:00 del mattino, ora locale, il Presidente della Federazione  russa Vladimir Putin annuncia ufficialmente ciò che oramai da inizio anno si vociferava e si  temeva potesse accadere, l’invasione su larga scala del territorio Ucraino. Un’invasione militare  iniziata già nel febbraio 2014, ma limitata solo nelle regioni della Crimea e del Donbas,  considerate storicamente dal Cremlino parte del proprio territorio per la popolazione filo-russa  che vi abita. Anche se, grosso modo, questo primo attacco nel 2014 è andato  un po’ a scemare, finendo in breve tempo nel dimenticatoio, complice una mancata presa di  posizione da parte della NATO, peccando di sanzioni o particolari ultimatum alla Russia.  

Ad oggi, ciò è costato molto caro alla NATO che, dando a Mosca libero arbitrio in queste due  regioni dell’Ucraina, per di più con delle motivazioni futili e tutt’altro che veritiere, le ha  concesso anche il dovuto tempo per premeditare un’invasione totale del paese e per alterare, di conseguenza, la stabilità globale. Questa è solo la “conseguenza” di diversi avvenimenti di alcuni  anni fa, che hanno nel tempo condizionato gli equilibri mondiali.  

Per risalire a questi avvenimenti bisogna partire dalla fine del secondo conflitto mondiale, che vide uscire come vincitrici gli Stati Uniti, la Francia, l’Inghilterra e l’allora Unione Sovietica. Infatti, la fine del conflitto diede inizio ad una nuova epoca con divisione dell’Europa in due  sfere di influenza distinte e contrastanti tra loro: l’Europa occidentale, alleata agli Stati Uniti, e l’Europa orientale, in parte alleata all’URSS e in parte occupata militarmente da quest’ultima.  Inoltre, in concomitanza con la divisione del suolo europeo, venne instituita attraverso un trattato,  il Patto Atlantico, un’organizzazione occidentale mirata a dare sostegno e difesa comune agli Stati  che ne fanno parte, la NATO. 

La NATO fu indetta nel 1949 per la percezione negativa e timorosa dei paesi occidentali vincitori  della guerra (Stati Uniti, Canada, Regno Unito, Francia ed altri paesi dell’Europa occidentale) nei  confronti dell’altro vincitore del secondo conflitto mondiale, l’Unione Sovietica che, tuttavia, non  rimase a guardare e qualche anno dopo, il 14 maggio 1955, firmò un trattato di cooperazione ed alleanza, passato alla storia come Patto di Varsavia, con altri sette paesi:  l’Albania, la Bulgaria, l’Ungheria, la Germania Est, la Polonia, la Romania e la Cecoslovacchia.

In  seguito a questo forte clima di tensione tra l’Occidente e l’Oriente del dopoguerra, derivato  dalla creazione di due blocchi e dall’istituzione della NATO e del Patto di Varsavia, il mondo sfociò  in un’epoca costantemente tesa ed incerta durata poco più di 40 anni, la guerra fredda. Denominata in questo modo poiché mai combattuta militarmente, ma solo sotto un punto di vista  economico e mediatico, anche se sono state progettate da ambedue le parti pesanti armi di  distruzione di massa, andò avanti sino alla caduta del muro di Berlino (1989) e del successivo  scioglimento del Patto di Varsavia e dell’URSS due anni più tardi, dalla cui disgregazione  nasceranno diversi Stati nazionali, tra cui l’Ucraina, che si avvalsero del diritto inalienabile di secessione riconosciuto da Lenin all’atto della nascita delle repubbliche confederate nell’URSS. 

Al termine di questo “conflitto” che vide vincitrice gli Stati Uniti, vi furono una serie di accordi tra  le due parti richiesti dall’Unione Sovietica, dove la NATO prometteva di non far entrare i paesi ex URSS o che comunque navigavano in orbita Sovietica all’interno del patto. La NATO acconsentì ed assicurò ciò alla Federazione Russa, anche se, come abbiamo potuto vedere in seguito, non  rispettò mai questo trattato, facendo accedere gradualmente all’alleanza atlantica tutti i paesi del  vecchio blocco orientale, che risultavano fondamentali per la Russia sia economicamente che per la sua sicurezza sicurezza, poiché impedivano alla NATO di avvicinarsi al proprio confine, risultando dei veri e propri “Stati cuscinetto”.  

Per gli errori di valutazione commessi e per la disonestà dell’Occidente dinanzi agli accordi di  pace fatti con la Russia, sfruttando un suo periodo di crisi ed attenuamento, siamo arrivati ad oggi, alle porte di rivivere per la terza volta nella nostra storia una guerra globale con eventuali risvolti potenzialmente catastrofici ed irrimediabili. È causa di repressioni del passato se adesso la Russia, tornata ad intimorire la stabilità mondiale sotto la dittatura di Putin, si è trovata “costretta” ad effettuare una missione militare di questo calibro per non rimanere succube del dominio  dell’Occidente e per non ritrovarsi il nemico fuori dalla porta. Seppur questa scelta sia in tutto e per  tutto errata e controproducente, alla fine è sempre opera nostra, nata da una serie di  circostanze che ci si sono ritorte contro e, per quanto possa sembrare surreale, dal nostro punto di vista, se provassimo a metterci nei panni della Russia, avremmo un’altra angolazione della storia. Nonostante ciò, bisogna comunque evidenziare che vi sono differenti risoluzioni alle problematiche e,  naturalmente, l’utilizzo delle armi, che genera i principi dei conflitti di domani, non è contemplato  tra di esse. Oltretutto si è potuto esplicitamente provare che il Cremlino già preparava da tempo  tale spedizione e che attendeva il minimo pretesto per mettere in pratica i propri desideri di conquista.

Carlo martello, II Q