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“1984”, l’illusione della realtà. Recensione di Gennaro Arcella

“1984”, scritto da George Orwell, è una aperta critica ai regimi totalitari, più precisamente, una critica al regime Stalinista.
Il romanzo è diviso in tre parti che, hanno tra loro continuità temporale ma temi diversi. Nella prima parte viene fatta la conoscenza dell’Oceania e con i suoi due rivali/alleati.
Nella seconda parte si parla della relazione e della vita dei di Winston e Julia e del loro ingresso nella confraternita o fratellanza.
Nella terza parte i due vengono arrestati e “riformati”.
 
La storia si svolge a Londra, capitale dell’Oceania, governata da un regime socialista che ha come capo “Il Grande Fratello”, un figura quasi considerata divina ma della quale non si hanno prove di esistenza, poiché nessuno lo hai mai visto di persona.
La vita degli abitanti è costantemente spiata attraverso “teleschermi”. Il partito ha controllo totale sulla vita degli abitanti, ne manipoli il pensiero facendo leva sulla paura e mistificando il passato.
Il potere è suddiviso in tre grandi enti: “Ministero della pace” il quale si occupa della guerra, “Ministero dell’amore” che si occupa della sicurezza interna al paese attraverso la polizia del pensiero o psicopolizia, e “Ministero della verità” che si occupa della propaganda del partito. Tutto ciò che è considerato sbagliato è considerato psicoreato.
 
Il protagonista, Winston Smith, è un funzionario di basso rango del partito e si occupa della modifica di testi, libri e articoli di giornale per il ministero della verità. Winston inizia a scrivere un diario cosa proibita perché manifestazione di libero pensiero. Winston è anche ossessionato dalla figura di O’Brien un funzionario di alto rango del partito che secondo Winston è una spia della fratellanza. Il pensiero del protagonista inizia cambiare durante una manifestazione contro un cospiratore. Winston incontra Julia, anche lei impiegata nel ministero della verità, della quale si innamora anche se pensa che essa sia una spia della polizia. Il regime proibisce il sesso e l’amore in quanto attrazione fisica, il sesso serve solo a procreare. I due per i loro incontri affittano una stanza sprovvista di teleschermo.
O’Brien si palesa a Winston e gli rivela di essere davvero una spia. O’Brien stesso organizza, insieme al proprietario della stanza, un agguato e fa arrestare i due per poi torturarli e “riformarli”.
Le torture a cui i due vengono sottoposti sono sia fisiche che psicologiche. I due si tradiscono a vicenda dopo l’ingresso nella stanza 101, la stanza in cui la propria paura più grande diventa realtà. A Winston viene fatto il lavaggio del cervello, lui si rende conto di ciò quando si sente sollevato e soddisfatto e prova ammirazione per il grande fratello dopo l’annuncio di una vittoria in guerra.
Durante la lettura del libro ho provato un senso d’angoscia, soprattutto durante la prima parte, nella quale si parla dell’Oceania e delle condizioni di vita dei proletari.
Immedesimandomi nel personaggio ho provato un senso di oppressione.
Il mio personaggio preferito è sicuramente O’Brien, è consapevole o almeno ho avuto la parvenza che lo fosse, della non esistenza del grande fratello ma soprattutto della grande manipolazione del passato e del futuro, come dice Winston nel suo diario:”In fin dei conti, come facciamo a sapere che due più due fa quattro? O che la forza di gravità esiste davvero? O che il passato è immutabile? Che cosa succede, se il passato e il mondo esterno esistono solo nella vostra mente ed essa è sotto controllo?”.
Lo stesso Winston era un mistificatore della realtà a causa del suo lavoro.
“Ogni cosa svaniva in una nebbia. Il passato veniva cancellato, la cancellazione veniva dimenticata, la menzogna diventava verità”.
La cosa che più mi creava un senso di angoscia era la non esistenza di un passato, quando Winston domanda al vecchio nel pub del suo passato, lui ricorda sciocchezze e quando gli viene chiesto un paragone tra la vecchia e la nuova Londra, lui non riesce mai a rispondere.
gennaro Arcella III C