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A San Casciano dei Bagni il fango restituisce un tesoro nascosto

San Casciano dei Bagni, in provincia di Siena,è da lungo tempo meta di turismo.

Già qualche anno fa emersero dei resti delle antiche terme e, da allora, si è continuato a scavare tra roccia e fango. Proprio durante scavi recenti, sono stati ritrovati reperti che, a detta degli archeologi, riscriveranno la storia.

Per ben 2.300 anni le colline zampillanti di acqua termale di San Casciano dei Bagni hanno nascosto un tesoro di dimensioni inaspettate, un monumentale santuario romano e prima ancora etrusco.

Dal fango e dall’acqua bollente termale sono emerse ben 24 statue di bronzo, risalenti ad un periodo compreso tra il II secolo a.C. e il I secolo d.C., ancora intatte e in perfetto stato di conservazione. Cinque di queste sono alte quasi un metro.Tra le più interessanti: la statua di un giovane efebo, la statua di Igea – dea della salute – con un serpente arrotolato sul braccio, la statua di Apollo, dio della musica,delle arti mediche, delle scienze, dell’intelletto e della profezia.

Le statue nel santuario del Bagno Grande,caratterizzate da iscrizioni in latino ed etrusco, erano dedicate all’acqua sacra dalle famiglie etrusche e romane.Dovevano essere posizionate sul bordo esterno della grande vasca e ancorate sugli eleganti blocchi di travertino.Quasi sicuramente nel corso del I secolo d.C. le statue furono staccate dal bordo della vasca  e depositate sul fondo. Si tratta di una deposizione rituale mediata con la divinità. Gli atti votivi proseguirono fino al IV secolo d.C. con la deposizione di 6000 monete in argento,bronzo e oro.Solo agli inizi del V secolo d.C. il santuario venne smantellato e chiuso.Il grande tesoro sacro fu coperto da grandi tegole e sopra calate le colonne del portico sacro a suggellare la chiusura definitiva del luogo di culto.

L’archeologo Jacopo Tabolli,responsabile del progetto dal 2019, con il sostegno del comune toscano, ha parlato del “più grande deposito di statue dell’Italia antica che permetterà di ricostruire interamente il contesto”. Il neoministro della Cultura Gennaro Sangiuliano aggiunge: “questo ritrovamento ci conferma che l’Italia è un Paese fatto di tesori immensi e unici”.

Matilda Cinquina